Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

All’assemblea della Confetra promesso piano della logistica

Secondo il ministro Matteoli sarà pronto in tempi brevi e conterrà tutti gli interventi pubblici dei prossimi anni – Nessuna risposta sull’autonomia finanziaria dei porti

Fausto Forti

ROMA – La panacea di tutti i mali del comparto trasportistico italiano arriverà con il piano nazionale della logistica, “pronto in tempi brevi e catalizzatore di tutti gli interventi pubblici dei prossimi tre anni”. L’ha solennemente promesso il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli alla 66ª assemblea nazionale di Confetra (Confederazione italiana trasporti & logistica) rispondendo alle dolenti note illustrate dal presidente della confederazione Fausto Forti, davanti a una platea in cui serpeggiava il nervosismo palese per il momento cruciale che il comparto attraversa.

Nervosismo giustificato, a detta di molti, dal fatto che il modesto trend positivo dei traffici registrato nella nota congiunturale sulla modalità mare (+9%) e il più significativo aumento nel cargo aereo (+18%) non riescono a bilanciare la stagnazione del traffico stradale interno (solo +2%) e l’evidente disimpegno del comparto ferroviario cargo italiano (-8%) che sta cedendo posizioni su posizioni e si è ormai arroccato – dichiarazione dello stesso Forti – su poche direttrici e pochi treni-blocco.

[hidepost]

Conclusioni in sintesi: se il trend continuasse con queste cifre anche nel 2011 il “riaggancio” ai valori pre-crisi si sposterebbe come minimo al 2013 o anche oltre. Non certo una bella prospettiva per un comparto che – ha detto Forti – vale 8 miliardi di euro la sfida della logistica italiana e rappresenta il 7% del Pil nazionale, ma che sconta costi maggiori dell’11% (valore di 12 miliardi circa) rispetto alla media europea. E secondo il centro studi Confetra – in collaborazione con A.T. Kearney – almeno 3 di questi miliardi potrebbero essere recuperati in termini di maggiore efficienza della “filiera” ed altri 5 miliardi dalla domanda interna oggi non servita.

Come arrivare a questo auspicabile ma difficile obiettivo? Attraverso una portualità meno burocratica e più imprenditoriale, meglio collegata alle grandi reti trasportistiche ferroviarie e autostradali, con aeroporti non più marginali per il cargo e con un autotrasporto che “malgrado le ingenti risorse stanziate dallo Stato” continua ad essere eccessivamente frazionato e non concorrenziale con quello di bandiera straniera. In altre parole: lo Stato si faccia da parte specie nei servizi che ha dimostrato di non saper gestire al meglio.

A sua volta lo Stato ha risposto con il ministro Matteoli promettendo il già citato piano della logistica, confermando che ci saranno tratte autostradale soggette a pedaggio dal 1º maggio con novità anche per il cargo, e ribadendo che “il progetto definitivo del ponte sullo stretto di Messina sarà presentato nei prossimi giorni”. E per i porti, che notizie sulla tanto sospirata riforma con l’altrettanto sospirata autonomia finanziaria? Silenzio assoluto. Della serie: chiedetelo a Tremonti.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
5 Febbraio 2011

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora