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Ancona, quattro milioni e mezzo dal fondo perequativo dei porti

Grazie all’assegnazione da parte del ministero, potranno proseguire gli importanti impegni per potenziare lo scalo – I dati del primo trimestre confermano la lenta crescita

Luciano Canepa

ANCONA – Tra i pochi porti a non piangere, dopo l’assegnazione da parte del ministero delle Infrastrutture dei fondi perequativi, è proprio lo scalo anconetano. Dei cinque milioni di euro a disposizione del ministro Matteoli ben 4,5 sono stati assegnati all’Autorità Portuale presieduta da Luciano Canepa, che aveva prospettato al ministero stesso la necessità di non sospendere progetti della massima urgenza coma la diga sopraflutto e la banchina rettilinea. Due progetti da 80 e 60 milioni rispettivamente, che in questo modo – anche grazie alle risorse proprie dell’Autorità – potranno procedere per “step” sulla base della tempistica concordata. In particolare i lavori alla diga sono in fase di assegnazione – mentre quelli per la banchina rettilinea sono all’esame del consiglio superiore dei Lavori Pubblici. Soddisfatto ovviamente il presidente Canepa, che ha rilevato come malgrado le difficoltà in cui si dibattono tutti i porti italiani, lo scalo di Ancona mantiene la sua lenta ma costante crescita di impegni e di risultati.

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Secondo i dati relativi al primo trimestre dell’anno infatti, il porto anconetano ha registrato un incremento dei contenitori (+10%) e dei passeggeri con la Croazia (+25%) mentre c’è un calo generalizzato di quelli con la Grecia (-17%) che ha portato a una diminuzione globale del 12,3%, avendo il passaggio per la Grecia una tradizionale prevalenza su quello con la Croazia.

L’Autorità Portuale del presidente Luciano Canepa, diramando i dati del primo trimestre, ha rilevato che sono cresciute in particolare le merci della raffineria di Falconara Marittima (+11,5%), quelle che viaggiano a bordo dei Tir (+15%) e le merci in containers (+10%). L’aumento dei contenitori, pari al 10%, equivale in numeri a più 27.273 teu; una cifra che conferma la crescente appetibilità anche del porto di Ancona tra quelli che hanno importanti riscontri nel campo. Tra gli elementi di crisi, la sospensione dei rifornimenti di carbone per la centrale elettrica del Bastardo, che causa l’abbondanza di piogge sta sfruttando la produzione idroelettrica, la carenza di commesse di Fincantieri e la chiusura del comparto cereali per la Bunge, che si riflette indirettamente anche sulle banchine.

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Pubblicato il
7 Maggio 2011

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