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Aeroporti: troppi da declassare

Immediate reazioni dal Galilei di Pisa, che contesta anche il presidente dell’Enac – I progetti di crescita secondo la Sat

Gina Giani

ROMA – Il ministro Passera ha aperto sulle ferrovie europee ma sembra deciso a “chiudere” invece sugli aeroporti italiani. O almeno a sfoltire nettamente il numero degli scali, che nella recente audizione parlamentare ha giudicato eccessivi. “Una situazione insostenibile – ha confermato Passera – con un aeroporto in ogni provincia”. Come abbiamo riportato nella sua dichiarazione in questa stessa pagina, il ministro intende lavorare per ridurre drasticamente gli aeroporti.

In linea di principio, quanto dichiarato dal ministro delle Infrastrutture non fa una piega: più di cento aeroporti in Italia, di cui tuttavia solo 47 ospitano regolari voli di linea, ma stringi stringi non meno di 20 che contano davvero. L’analisi però comincia a zoppicare quando ci si accorge che il progetto presentato dal ministro nell’audizione parlamentare affonda le sue radici – e raccoglie i suoi dati – su uno studio predisposto dal governo Prodi che avrebbe voluto anch’esso razionalizzare gli scali aerei.

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E sui dati di questo studio si è espresso – probabilmente senza valutare appieno le conseguenze delle sue dichiarazioni anche in Borsa – il presidente dell’Enac Vito Riggio, ipotizzando un declassamento del Galilei e del Vespucci in quanto compresi in un elenco (vecchio, ribadiamo) di aeroporti minori sui quali Alitalia non aveva molto peso (e anche questo ha fatto ipotizzare a qualcuno che l’elenco fosse più per valorizzare Alitalia e “punire” gli scali che favorivano i concorrenti “low cost” che non per razionalizzare davvero il sistema).

A Riggio ha risposto immediatamente il Galilei con una nota in cui si spiega che i dati del presidente Enac sono fuorvianti. “Intanto perché i passeggeri transitati su Pisa sono stati quest’anno oltre 4,3 milioni e non 3,5 come sostiene Riggio – scrive la Sat – poi perché i programmi di crescita del Galilei non si fermeranno certo agli ormai vicini cinque milioni di passeggeri”. E la nota ricorda che tra i programmi d’investimento, peraltro già concordati con Enac, c’è l’appalto in corso per una aerostazione passeggeri da 6 a 7 milioni di passeggeri, con investimenti che oltre i 45 milioni dal 2009 lieviteranno ad altri 60 milioni nei prossimi tre anni.

L’amministratore delegato e direttore generale di Sat Gina Giani ha specificato che sarà anche allungata la pista di altri 500 metri a sud, allontanando l’area di decollo dal centro urbano a tutto vantaggio della diminuzione del rumore. Infine la Giani contesta l’affermazione di Riggio secondo cui il Galilei sarebbe “condizionato” dal suo settore militare. “I rapporti di collaborazione tra Sat e la 46ª Aerobrigata Aerea – ha detto la Giani – hanno portato e continuano a portare benefici allo sviluppo e al potenziamento del nostro scalo”.

Fin qui da Pisa. Analoghe proteste stanno fioccando dagli altri aeroporti di primo piano che risultano compresi nel vecchio piano del governo Prodi tra quelli da declassare. Ci sono anche Bologna, Cagliari, Genova, Napoli, Palermo, Torino, Firenze, Treviso, Trieste e Verona. Nel piano si salverebbero i sistemi di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Milano Linate, Venezia, Catania, Roma Ciampino e per poco anche Bergamo.

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Pubblicato il
17 Dicembre 2011

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