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Venezia tra crisi e sogni (anche per 1 milione di teu)

I fondali di Marghera sono tra le richieste più urgenti – Il timore dei costi portuali e delle “tasse di scopo”

La tavola dei relatori al Propeller di Venezia.

VENEZIA – Due facce, due percorsi, un bivio per la più grande azienda del Veneto: in gioco è la sopravvivenza del porto di Venezia. In sintesi è questo quanto è emerso dal meeting dell’International Propeller Club di Venezia presso l’hotel Bologna di Mestre. “Da Affari di Porto a … Porto degli Affari” il provocatorio tema sul quale di fronte ad un’affollata platea di operatori e pubblico si sono confrontati il presidente dell’Autorità Portuale professor Paolo Costa, quello della Venezia Terminal Passeggeri avvocato Sandro Trevisanato, il direttore del Compartimento Marittimo del Veneto e comandante della Capitaneria di Porto di Venezia ammirglio Tiberio Piattelli e il comandante della Guardia di Finanza di Porto, aeroporto e Interporto colonnello Magro moderati dal presidente del Club Massimo Bernardo.

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I “numeri” forniti dal presidente Costa dimostrano come a supplire le pesanti perdite nel traffico industriale e petrolifero sia l’incremento del porto commerciale, soprattutto nei container, che segna un sensibile trend di crescita così come quello del porto crocieristico, vero “fiore all’occhiello” della portualità mediterranea con ottime previsioni di crescita.

Ma il “controaltare” che non può essere prescisso dallo sviluppo del porto resta l’incertezza sui destini dell’Euro in quanto il futuro del porto veneziano – come ha più volte ribadito Costa – è intimamente legato al suo ruolo in Europa dove è già stato inserito tra gli 83 porti di primo livello rientrando così, gioco forza, coi porti del NAPA, nelle strategie europee.

Quattro i punti fondamentali di questo percorso: il riconoscimento di nodo della rete europea ERTMS, di nodo primario della rete essenziale dei trasporti TEN-T come una delle porte principali per l’interscambio europeo delle merci europee col resto del mondo, l’inclusione della via di navigazione interna Trieste, Venezia, Mantova, Milano nella Core network e quale terminale del Corridoio Adriatico-Baltico. Progetti questi che se tutto dovesse andare per il verso giusto vedrebbero la luce nei lustri o nei decenni a venire” ma – si chiedono gli operatori portuali – quali sono le priorità per far sopravvivere il porto mentre agenzie marittime e imprese di spedizioni stanno pagando salato il conto della crisi con licenziamenti e fallimenti?”

Prioritario è assicurare l’accessibilità nautica ad almeno -12 m. fino ai terminal di Porto Marghera ed eventualmente raggiungere maggiori pescaggi per consentire l’ingresso in porto di navi di sempre maggiore stazza mentre si sta operando con investimenti per 45 milioni di Euro entro il 2013 per l’infrastrutturazione e con il recupero di 130 ettari di aree dismesse con un costo di acquisizione di 130 milioni di euro.

Interventi questi che consentiranno al porto di raggiungere oltre 1 milione di Teu l’anno – è stato auspicato – e, grazie anche al nuovo terminal per navi ro/ro a Fusina (Marghera), nuova occupazione anche con la realizzazione della piattaforma d’altura a servizio del sistema alto Adriatico che verrà posizionata a 8 miglia nautiche dalla costa su un fondale di 20 m. e che sarà in grado di accogliere navi oceaniche sia petroliere che full container con sbarco e imbarco fino a 3000 Teu.

Ed alle grandi prospettive di crescita del traffico crocieristico il presidente di VTP Trevisanato risponde con l’ipotesi progettuale di nuove banchine a sviluppo modulare in terraferma in località Dogaletto per ospitare navi di sempre maggiore stazza mentre sostiene che il successo del terminal crocieristico veneziano che nei prossimi 3 anni investirà oltre 32 milioni di euro, non va solo ascritto all’appeal offerto dalla Città di San Marco ma anche ai cospicui investimenti fatti nel corso di questi anni in termini di nuove strutture e di tecnologia applicata per dare maggiori garanzie in ordine ai tempi di imbarco sbarco e di logistica per navi e passeggeri mentre contesta eventuali aumenti di costi per servizi portuali o il concorso da parte delle compagnie di navigazione di “tasse di scopo” sui crocieristi: costi questi che potrebbero fare scomparire da Venezia alcune compagnie che dirotterebbero le loro prue su porti concorrenti più competitivi.

Sulla sicurezza, la regolamentazione e la disciplina della navigazione nella laguna di Venezia è intervenuto l’ammiraglio Piattelli ricordando i vari sistemi informatici e radio-radar che garantiscono la navigazione ed i controlli mentre particolarmente apprezzata è stata la relazione del comandante della Guardia di Finanza colonnello Magro che ha informato come, nell’ambito di un sistema di “Port Community” già in essere nei porti del nord Europa, il sistema LOGIS già operativo a Venezia per il lato mare, potrebbe essere integrato con l’informatizzazione avanzata nei processi portuali e la condivisione dei dati afferenti il traffico delle merci, sistema già applicato dopo un periodo sperimentale di quattro mesi con l’informatizzazione di un varco portuale.

“Da Affari di Porto a … Porto degli Affari – ha concluso il presidente Bernardo – ha tracciato una nuova “road map” per i destini del porto ma l’impegno e la buona volontà di amministratori e imprenditori locali non basta per salvare un porto che ha di fronte a se il grande interrogativo di quale sarà il suo futuro nel quale l’avvento dell’economia globale ha sconvolto ogni previsione ed ogni certezza nel ruolo internazionale dell’intera portualità nazionale. La vera sfida sta oggi nel saper guardare oltre la crisi puntando su una nuova cultura economica nella quale porti, ferrovie, autostrade, aeroporti, vie navigabili interne, il mondo produttivo, quello dei servizi e quello della finanza rappresentino un tutt’uno inscindibile di un “Sistema Italia” che sia in grado di operare in linea coi repentini cambiamenti dei mercati”.

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Pubblicato il
21 Dicembre 2011

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