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Castalia e Neri/Smit sul relitto

Il sistema delle flange e il problema degli spostamenti della nave – La tempestività dei mezzi del raggruppamento d’imprese per l’antinquinamento

ISOLA DEL GIGLIO – Rimane, almeno in teoria, la priorità delle ricerche di eventuali superstiti o dei corpi dei dispersi. Ma ormai, a quasi dieci giorni dalla tragedia, sul relitto della Costa Concordia si lavora per mettere in sicurezza il bunker (2.200 tonnellate di olio pesante e 200 di gasolio) e per intercettare, con le panne galleggianti e gli skipper di Castalia, ogni eventuale altra perdita di materiale inquinante.

Come ha dichiarato il commissario ad acta dell’operazione, il capo della protezione civile Gabrielli, sarebbe riduttivo pensare che gli elementi inquinanti del relitto siano solo il fuel e qualche lubrificante.


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Il relitto è una grande città, piena ancora di macchinari con i loro lubrificanti, ma anche con metalli potenzialmente pericolosi se immersi a lungo nella soluzione catalitica che è l’acqua di mare. Poi ci sono le vernici, i collanti dei mobili, i cromi, le cucine…  Su tutta questa estesa gamma di materiali, i mezzi di Castalia e i tecnici di Smit Salvage e Neri – le due imprese che devono ad oggi recuperare il fuel, ma presumibilmente dovranno poi pensare anche al relitto – lavorano ormai giorno e notte. E viene spontaneo pensare quali difficoltà supplementari sarebbero intercorse se il contratto a Castalia – a lungo rinviato dai governi per un malinteso spirito di risparmio – non fosse stato invece rinnovato da pochi mesi. Ancora una volta il raggruppamento d’imprese si è dimostrato all’altezza del compito, intervenendo con prontezza e con mezzi altamente qualificati.

Per l’operazione di svuotamento delle cisterne del fuel, Smit e Neri hanno messo a disposizione le sperimentate “flange” che dovranno bucare le cisterne ma impedire ogni trafilamento. Nel disegno in prima pagina si vede dove verranno posizionate le flange con le relative “proboscidi” di aspirazione. L’operazione durerà, secondo Piero Neri, da 2 a 5 settimane a seconda delle condizioni meteo. E sperando che nel frattempo il relitto non abbia spostamenti rilevanti, perchè tutto dovrebbe essere sospeso e ripreso. Una scommessa con il tempo, per il salvataggio ambientale di una delle zone più belle e più vitali del nostro mare.

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Pubblicato il
25 Gennaio 2012

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