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Newsletter: Gallanti ci prova

LIVORNO – Dunque, c’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico. Scusatemi se sono ricorso alla citazione di una bella poesia dei tempi della scuola: qualcosa di nuovo (o d’antico) nel nostro caso non è l’aquilone ma la “Newsletter” che l’Autorità Portuale livornese ha varato sul web, con un corposo numero zero.


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L’informazione fa sempre piacere: l’aggiunta di informazione che viene dalla primaria fonte, come l’Authority, fa ancora più piacere. E certe ingenuità – di linguaggio in particolare – si perdonano volentieri. L’importante è che dalle pagine web della “News” di Giuliano Gallanti arrivano impegni temporali e relative scadenze per alcuni dei principali problemi del porto. E purtroppo, non sono tutte buone notizie.

Scrivendo dei dragaggi, Gallanti è costretto – come peraltro avevamo di recente ipotizzato anche su queste colonne – a fare una marcia indietro: alla fine dell’anno scorso aveva promesso che avrebbe buttato i fanghi della Darsena Toscana anche in mare (“E se mi vogliono fermare mi arrestino”: ricordate tutti la sua sfida) e adesso deve ammettere che le normative nazionali sono ancora in attesa di aggiornamento e di dragaggi portuali sugli scali SIN non si può al momento fare alcuna ipotesi. Come avevamo scritto, il problema dei problemi è un paragrafetto della norma predisposta dal precedente governo, che aveva inserito nel testo relativo ai dragaggi portuali anche un codicillo surrettizio sulle trivellazioni petrolifere. Di fatto, siamo fermi da mesi intorno a questo punto. E non è certo colpa di Gallanti se la faccenda non va avanti. Però il problema si riverbera sui tempi: e se è vero che le grandi navi del Far East da marzo/aprile non verranno più a Livorno (e si concentreranno su Genova) se i fondali non saranno pronti, non ci consolerà il fatto di sapere che la colpa non è nostra.

Quello dei dragaggi è solo uno dei punti sui quali la “News” di Giuliano Gallanti non riesce a dare certezze. Anche la faccenda dello Scolmatore è “appesa”- e il testo ce lo conferma – a una serie complicatissima di accordi a scatole cinesi, nei quali alcune delle parti stanno già studiando come aggirare gli accordi stessi.

Ce la faranno i nostri eroi? Le idee sono buone e nessuno mette in dubbio che ci sia anche la più completa buona volontà dell’Authority, su questo come su altri temi (come il nuovo progetto della Piattaforma Europa, ridimensionato ma legato alle vasche di colmata e specialmente a un’opera foranea di protezione che nessuno sa chi pagherà e quando potrà essere fatta) però la buona volontà non basta. E la tirannia del tempo non può che farci dubitare rispetto a qualche troppo facile ottimismo.
Sperando, ovviamente, di sbagliare.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
11 Febbraio 2012

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