Nel rapporto AP Moller-Maersk come affrontare un difficile 2012
Pesano sui risultati economici e sulle previsioni la crisi dell’Europa, l’eccesso d’offerta e gli aumenti del fuel – Un messaggio di impegno anche con i nuovi ordini delle grandi navi

Trond Ø. Westlie
COPENHAGEN – Dall’annuale “report” del gruppo AP Moller-Maersk agli investitori – trasmesso via internet in diretta in una conferenza stampa aperta del direttore finanziario Trond Ø. Westlie – è uscito un quadro articolato e complesso dell’andamento economico delle varie branche del colosso danese, con particolare attenzione – per quello che ci riguarda – alla parte navale.
Si parte da una previsione negativa per il 2012, peraltro comune a tutte le principali compagnie di navigazione. Secondo Maersk, a condizionare negativamente l’anno saranno due fattori: le difficoltà dell’economia europea, che condizioneranno il traffico dall’Asia al vecchio continente, e l’eccesso di offerta, già pesante nella seconda metà del 2011, che aumenterà con la prevista consegna di altre 253 nuove fullcontainers di ultima generazione con un incremento del 10% della flotta mondiale.
[hidepost]
Alla sostanziale difficoltà dei traffici tra Asia ed Europa faranno però da parziale contrappeso i previsti incrementi dei traffici tra Nord e Sud. Pesano poi i continui aumenti del fuel.
In questo quadro generale, Maersk Lines registra una perdita nel 2011 di circa mezzo bilione di dollari (il gruppo intero invece ha avuto un incremento del 7% pari a 602 bilioni con profitti per 3,4 bilioni) dovuta in particolare alla caduta dei noli tra Asia ed Europa (-8%) e al contemporaneo eccesso di offerta insieme al forte aumento del fuel (+35%).
Le strategie della compagnia e delle consociate sono ovviamente indirizzate a confrontarsi con il mercato, anche attraverso le nuove alleanze per ottimizzare i costi concentrando l’offerta, fino al momento in cui sarà superata l’attuale crisi mondiale. Maersk intende difendere il suo ruolo di prima compagnia al mondo nel settore dei contenitori, fiduciosa delle proprie strategie sia a medio che a lungo termine e del supporto degli investitori nel gruppo.
Le problematiche relative alle cresciute dimensioni delle navi, dimensioni necessarie per le economie di scala, riguardano in particolare i porti – e specialmente, per quello che ci interessa, i porti italiani – che dovranno attrezzarsi per ricevere unità delle nuove generazioni, non solo come fondali e spazi di manovra ma anche come dotazioni di banchina. Non bisogna dimenticare infatti che da metà dell’anno scorso Maersk ha in ordine una nuova importante serie di unità fullcontainers da 18 mila Teu’s (si è scritto che sarebbero addirittura fino a 30 navi), sorelle maggiori della famosa “Emma M” che ad oggi rimane la più grande e significativa espressione del nuovo corso con i suoi 15 mila Teu’s reali (contro gli 11 mila ufficiali) di capacità.
[/hidepost]