Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Nel nuovo sciopero dell’autotrasporto ancora frattura tra le organizzazioni

Un settore alla disperazione che sconta la crisi generale, l’ambiguità delle tariffe imposte e i forti aumenti dei carburanti – I nuovi appelli al governo

ROMA – Il panorama cambia ogni giorno, ma la sintesi è sempre la stessa: l’autotrasporto merci è in drammatica crisi e non bastano certo i leggerissimi ritocchi a scendere al prezzo del gasolio di questi giorni per dare fiato a una categoria stremata.

[hidepost]

Da qui la conferma – ad oggi – del nuovo pesante sciopero di cinque giorni indetto da Trasportounito da lunedi prossimo per tutto il comparto. Secondo Trasportounito i tentativi di trovare soluzioni condivise con il governo sono del tutto falliti e il ricorso allo sciopero – che pure è economicamente devastante per la categoria – rimane l’unica arma per farsi ascoltare.

Ma il settore è drammaticamente diviso, perchè Fita-Cna, l’altra importante associazione di categoria, è uscita allo scoperto e chiede di non scioperare. In una sua nota la CNA-Fita con forza richiama la categoria dell’autotrasporto e tutti gli autotrasportatori italiani a non aderire al fermo proclamato per il 28 maggio prossimo. Da tempo la nostra Associazione ha denunciato pericolose fughe in avanti che unite alla disperazione del difficile momento economico rischiano di far assumere posizioni e responsabilità sbagliate oltre che pericolose a chi, come i nostri imprenditori, vorrebbe semplicemente portare avanti legittime rivendicazioni.

Da Genova a Brindisi, l’Italia in queste ultime settimane è sconvolta da atti efferati quanto vili, accomunati da un preoccupante senso eversivo. In questo drammatico momento l’unica cosa sensata da fare è unirsi alle proprie istituzioni territoriali e nazionali per la difesa della cosa pubblica e del bene pubblico. In questo momento l’autotrasporto italiano non deve fermarsi, semmai deve dimostrare quanto tiene al suo Paese garantendogli ancora una volta la continuità dei servizi che tutti i giorni i nostri imprenditori piccoli, medi e grandi con sommo sacrificio e tra mille difficoltà portano avanti. Oggi non dobbiamo fermarci ma insistere nell’azione di dialogo dimostrandoci oltremodo propositivi e confidando in un Governo che sappia in tempi stretti disinnescare l’oppressione dei costi massimi e soprattutto del caro gasolio. Tutto ciò premesso, la Cna-Fita è ben cosciente che vi sarebbero tutte le ragioni per un fermo ma è altrettanto consapevole che oggi sapervi rinunciare ancora una volta in questo momento di eccezionale emergenza, non potrà che dare maggiore forza a ciò che, senza precise risposte da parte dell’esecutivo, non potrà che essere domani una grande manifestazione di dissenso. Le proposte ci sono – accisa mobile, sterilizzazione dell’iva sulle accise e controlli – e sono molto chiare oltre che attuabili. Le nostre non sono richieste esclusive di una categoria bensì di una rappresentanza allargata che va dai benzinai agli autotrasportatori passando per i consumatori tutti.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Maggio 2012

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio