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Bidoni ritrovati dalla Sentinel alla Labromare

LIVORNO – I bidoni dell’Eurocargo Venezia, finiti in mare durante la tempesta di metà dicembre e successivamente individuati a 400 metri di profondità, sono ormai tutti sotto controllo.

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Lo conferma l’Arpat in una sua nota dopo una “ispezione” a bordo della nave oceanografica Sentinel, noleggiata da Castalia, che sta operando per conto della società armatrice Grimaldi. I fusti ancora integri, 90, sono stati raccolti e conferiti grazie all’azione di un Rov teleguidato in appositi cassoni subacquei che nei prossimi giorni saranno sollevati dal fondo del mare, imbarcati su una chiatta e quindi consegnati alla Labromare di Livorno per lo smaltimento. Anche 36 fusti vuoti sono stati recuperati e stoccati in apposito container mentre sul fondo restano, individuati, 20 sacchi dei solventi fuoriusciti da fusti rotti nella caduta, che si tenterà di recuperare in queste ore con manovre assai delicate, tese a non rompere i fragili involucri di plastica.

Entro la fine di questa settimana tutto il materiale recuperato dovrebbe essere conferito alla Labromare.

Arpat conferma anche che tutte le analisi svolte in questi giorni e in precedenza, sulla colonna d’acqua relativa ai fusti e a profondità variabili, non hanno dato risultati allarmanti. In sostanza, non ci sono tracce di inquinamento, come una vera e propria campagna allarmistica sostenuta anche da alcune delle istituzioni locali aveva fatto temere. Malgrado ciò, c’è ancora chi insiste: con raccolta di firme per ripescare tutti i bidoni (ha firmato anche il vescovo di Livorno, con motivazioni peraltro piuttosto ingenue: il mare pulito interessa a tutti, ovviamente) e con ulteriori pressioni perché vengano ritrovati anche i fusti ancora mancanti all’appello. Come se fosse semplice, dopo l’impiego di ben due navi oceanografiche e una campagna di almeno tre mesi, ricercare in fondo al mare a profondità inaccessibili a buona parte dei mezzi di rilevamento, fusti che sono sfuggiti a ogni precedente battuta. E come se fosse giusto, anche sul piano delle ingenti risorse già impiegate, svenarsi in ulteriori e probabilmente sterili tentativi per materiali che ad oggi non si sono dimostrati pericolosi né inquinanti.

A.F.

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Pubblicato il
27 Giugno 2012

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