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Marinai che Dio li aiuti…

LIVORNO – Una vetrina tutto sommato piccola, di periferia: ma il web apre tutte le porte oggi, anche se dietro non sempre c’è qualcosa che aiuti alla speranza.

[hidepost]E’ il caso, appunto, della nostra piccola vetrina sul web: sempre più spesso in questi giorni arrivano messaggi di disperazione. Ci ha colpito – e gli dedichiamo queste poche righe di umana solidarietà – il grido di dolore di Andrea Scarongella, marittimo che si definisce “abbandonato al mio destino come tanti altri, precario di Tirrenia e adesso disoccupato da giugno”. Scarongella ha la sua età: dice di navigare da vent’anni, ma di non essersi mai trovato così disperato, così solo, così senza futuro. “Nessuno ci aiuta, verso di noi solo ciechi e sordi che ci abbandonano al nostro destino”. Chiude una delle sue note con la riflessione più amara che possa fare un uomo di bordo. “A volte mi domando: ma la marineria italiana che fine ha fatto? Buonasera, e che Dio ci aiuti”.

Un altro messaggio, più pragmatico, batte sullo stesso tasto: “Escono sempre nuove navi, ma la disoccupazione per i marittimi aumenta sempre, come mai? Perché il 50% degli imbarcati sulle navi italiane è straniero. Per favore, date lavoro anche agli italiani…”.

Sono due dei numerosi messaggi che abbiamo citato. E pur sapendo che il momento è difficile per tutto il paese, che la disoccupazione è ai massimi storici, che anche e specialmente i giovani sono disperati, questo grido di dolore dei marittimi precari di Tirrenia, oggi senza più speranze di futuro, non può essere dimenticato. E’ vero, molti equipaggi sono fatti da stranieri perché forse hanno meno pretese e costano poco. Ma la dignità di un paese e della sua marineria si vede anche e specialmente – in tempi difficili – dalla qualità del servizio e dalla solidarietà nazionale. Parole desuete, forse. Ma se gli Scarongella che ci scrivono disperati non hanno niente da rimproverarsi, non è giusto non trovare loro un lavoro sulle nostre nuove e belle navi. Signori armatori, il messaggio è anche per voi.

A.F.

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Pubblicato il
8 Settembre 2012

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