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Ma sulla sicurezza si cambia

MIAMI – C’è anche chi, sul premio assegnato dai Lloyd’s all’equipaggio della “Costa Concordia”, ha cercato di fare dell’amara ironia. Ma viene alla memoria, in questo caso, il vecchio detto dei marinai: chi è in mare naviga, chi sta a terra critica. Ovvero: facile giudicare sul bene sul meglio stando seduti in un ufficio, specialmente con il senno del poi.

[hidepost]La sciagurata vicenda del naufragio della “Costa Concordia” è ancora tutta da scrivere: e si spera che l’inchiesta della magistratura riesca a mettere in luce anche i suoi (tanti) punti oscuri. Una cosa però è chiara, e i Lloyd’s – che in campo marittimo non sono certo novellini – ne hanno colto l’essenza: l’equipaggio della disgraziata nave da crociera si è comportato, nella media, più che bene: riuscendo anche a rimediare le carenze delle norme, le carenze della tecnologia, le carenze di addestramento specifico. Le vittime ci sono state: ma se pensiamo al salvataggio di migliaia di persone terrorizzate, alla fine poteva essere un’ecatombe.

Che ci siano stati problemi nelle procedure di sicurezza codificate a livello internazionale lo conferma la decisione delle due associazioni di settore delle crociere CLIA e ECC (rispettivamente Cruise Lines International Association e European Cruise Council) di rivedere le stesse procedure. In un recente incontro a Miami è stato deciso di rendere obbligatorio un addestramento specifico degli equipaggi per la gestione delle imbarcazioni di salvataggio. Una decisione che si aggiunge, ricordiamolo, alla revisione delle procedure generali a bordo delle navi da crociera varata poche settimane dopo la tragedia del Giglio.

A Miami si è entrati nel dettaglio del più completo addestramento degli equipaggi, codificando che almeno una volta ogni sei mesi si dovrà svolgere un’esercitazione con l’imbarco sulle scialuppe e la loro ammainata fino all’acqua. Ciascun membro dell’equipaggio dovrà avere un posto assegnato sulla scialuppa, dovrà essere in grado di guidarla, dovrà essere in grado anche di operare sui meccanismi dell’ammainata. Qualcosa di simile esiste già oggi, ricordano i tecnici, ma lo schema dovrà essere più funzionale e il personale dovrà anche essere in un certo modo intercambiabile e “interdisciplinare”: nel senso che se mancherà su una lancia di salvataggio l’addetto alla guida, un altro dell’equipaggio dovrà essere in grado di sostituirlo.

Nella sostanza, l’industria delle crociere non vuole che il disastro della “Concordia” possa fornire l’alibi a chi critica la sicurezza su queste immense (e affollatissime) navi dell’ultima generazione. Anche perché la crescita non si arresta, per il noto principio delle economie di scala. E la crescita comporta procedure sempre più sofisticate sulla sicurezza.

A.F.

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Pubblicato il
3 Ottobre 2012

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