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Bollezzùmme? Se l’Italia non si sveglia…

TRIESTE – Ci dicono che a Genova guardano con un misto di curiosità e preoccupazione al “forcing” di Trieste sulle iniziative della logistica verso il centro-nord Europa. E anche l’incontro del ministro Clini con la presidente Monassi rientra in questo quadro: con la maligna notazione che sembra muoversi, sui temi della logistica, assai più l’Ambiente dell’altro ministero teoricamente titolare primario del comparto, le Infrastrutture e Trasporti. Già detto? E’ vero, già detto.
[hidepost]Significativo il simpatico blog di Decio Lucano sul suo foglio telematico settimanale (news@deciolucano.it) che richiama il “bollezùmme” triestino. “Abbiamo l’impressione – scrive Decio Lucano – che la città di San Giusto sia in pieno fermento di iniziative, progetti ma anche realizzazioni in porto, nelle opere pubbliche, nei trasporti … In positivo, tante cose buone fatte e che ci si appresta a fare: l’arrivo delle navi passeggeri e dei traghetti ro/pax, il polo museale affidato a mani esperte, i problemi di Porto Vecchio e dei suoi magazzini, il porto franco, il corridoio Baltico-Adriatico, tenere a bada la concorrenza subdola e temibile di sloveni e croati, valorizzare l’istituto nautico … i progetti della grande architettura ambientale da Barcola a Muggia che spaventano … Noi dirimpettai genovesi che amiamo Trieste – continua Lucano – abbiamo l’impressione che questo bollezzùmme sia un fattore positivo e trainante. Mai Trieste è stata così attiva e coinvolgente tante categorie. Ci sembra di scorgere una vocazione internazionale fatta non di rendita ma di agonismo, che sarà sempre più duro in campo nazionale ed europeo. Auguri, Trieste ! Anche se faranno qualche cavolata urbanistica, voi siete più vicini allo spirito europeo storico e geografico e non avete bisogno di “bucare” le montagne”.
Lucano ha colto da par suo la vocazione internazionale di Trieste verso l’Europa centro-orientale: che non è cosa nuova, avendo fatto parte la bella città del grande impero austro-ungarico; ma che sembra cosa nuovissima nel panorama della portualità italiana, dove malgrado i proclami e anche i tentativi più o meno sinceri di Assoporti, alla fine la concorrenza e l’agonismo si mantengono nell’ambito dei pollai locali: Genova contro Savona, La Spezia contro Genova, Piombino contro Livorno, Olbia contro Cagliari e via così dal nord al sud. Del Napa abbiamo già scritto a più riprese: con le ultime ironie da Ravenna, sembra ormai – come ha sottolineato il presidente dell’Authority locale – poco ci manca che sia un’etichetta e niente più.
Quello che Lucano non ha scritto, ma ha lasciato capire, è che anche con tutto il suo bollezùmme e impegno, Trieste da sola non ce la può fare contro sistemi portuali che, come quelli croati e sloveni alle porte di casa, hanno costi, burocrazia e bizantinismi tre volte inferiori a quelli italiani. Bisognerebbe che l’Italia si impegnasse sul serio in una riforma portuale che ci allineasse alla politica logistica europea, o meglio ancora globale. Ma per questo, altro che bollezzùmme: oggi come oggi ci vorrebbero le cannonate nei denti…
A.F.

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Pubblicato il
23 Febbraio 2013

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