Nuova guerra della cellulosa sulle banchine di Livorno
L’operatore Bonsignori sbarca da Bartoli ma lancia un ultimatum sui magazzini ex-tabacchi e su una parte di quelli ex Dole sull’Alto Fondale – Trecentomila tonnellate all’anno in cerca di spazi

Paolo Bonsignori
LIVORNO – Non c’è solo la “guerra” delle crociere tra Marina di Carrara (di prossimo arrivo), Livorno e La Spezia a rendere incandescente il clima di questa prima metà del 2013 nei porti citati. Per una serie di connessioni internazionali, di conquiste (e perdite) di traffici specializzati e di nuovi ingressi in settori un tempo stabilizzati, stanno cambiando alcuni degli operatori del settore dei metalli non ferrosi e anche in quelli della cellulosa, con riflessi nei traffici anche a Livorno. E con il riaffiorare di mai sopite polemiche.
E’ il caso dei traffici del rame, che a Livorno erano da anni il riferimento del gruppo Fratelli Bartoli.
[hidepost]A causa del passaggio di proprietà del gruppo Pacorini di Trieste, il rame a Livorno è passato in buona parte alla società di cui fa parte l’ex Spa di Giorgio Neri, che opera sul molo Italia a fianco dell’import delle billette d’alluminio. A questo punto i Bartoli si sono alleati con Paolo Bonsignori e la sua Mediterranea Trasporti ed hanno utilizzato il loro terminal per un nuovo traffico di cellulosa dalla Spagna, che “vale” al momento circa 50 mila tonnellate/anno e che comporta anche la costruzione di un magazzino da 5 mila metri quadri che dovrebbe essere pronto ad ottobre.
Per Bonsignori, che da anni chiede invano spazi e magazzini per i suoi traffici di cellulosa, quella del terminal dei Bartoli è una soluzione, ma non certo “la” soluzione. Da anni l’operatore livornese batte alla porta dell’Autorità portuale e anche di recente è tornato alla carica prospettando un traffico che per l’anno in corso potrebbe raggiungere e superare le 300 mila tonnellate di cellulosa provenienti da Spagna e Canada. Ma la cellulosa, com’è noto, soffre ad essere depositata all’aperto e Bonsignori da anni ha chiesto di poter utilizzare i vecchi magazzini ex-tabacchi che al piano terreno sono rimasti praticamente inutilizzati. La trattativa fu avviata con il presidente dell’Autorità portuale Roberto Piccini, arrivò alla soglia di una conclusione concreta ma si arenò davanti a difficoltà sia tecniche che burocratiche: che invano Bonsignori – a quanto l’imprenditore ribadisce – si era impegnato a risolvere. Tanto più che sia nel precedente POT che nell’attuale – ricorda Bonsignori – il suddetto magazzino è proprio destinato ai forestali.
Per i nuovi traffici che da qualche settimana hanno cominciato a sbarcare da Bartoli, Bonsignori è tornato alla carica. In una serie di colloqui con il segretario generale dell’Authority portuale Massimo Provinciali, Paolo Bonsignori ha anche chiesto di poter utilizzare – fino a quando sarà vuota – quella parte dell’ex magazzino della frutta Dole sull’Alto Fondale che è attualmente uno spazio di nessuno. Per il momento però non ci sono risposte. E l’operatore sottolinea di essere costretto da tempo a cercare magazzini di deposito fuori dal porto – con tutte le spese e le problematiche doganali connesse – mentre sembra che per la cellulosa ci si preoccupi di reperire magazzini e soluzioni solo quando l’impresa che la movimenta è quella della Compagnia Portuali. Insomma, una guerra interna al porto che secondo Bonsignori “tutela principalmente le rendite di posizione e penalizza chi va a cercarsi traffici nuovi”: con il risultato che si prospettano – se con il prossimo comitato portuale di venerdì non ci saranno indicazioni positive alle sue richieste – ricorsi al Tar per l’Alto Fondale, che si aggiungeranno ad altre vertenze sulle suddette “rendite di posizione” già arrivate a livello di Consiglio di Stato.
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