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Concordia il rebus continua

ISOLA DEL GIGLIO – Ha esordito con un’ovvietà, il neo-ministro dell’Ambiente Andrea Orlando in visita al relitto della Concordia: “Lo scafo dovrà lasciare il Giglio prima possibile”.
[hidepost]Ovvero, Monsieur de La Palisse non avrebbe potuto dir meglio. Il problema è: come, quando e con quale destinazione. Tre corni della fiamma antica, come avrebbe scritto Dante, che non hanno avuto risposta.
E non potevano averla, bisogna riconoscerlo, fino a quando Costa Crociere non avrà deciso. Perché sul come e sul quando si sta lavorando tra Titan (poco) e Micoperi (molto); con previsioni realistiche sempre più spostate in avanti mano a mano che il tempo passa: tanto che lo stesso ministro ha ipotizzato che si vada almeno alla primavera del 2014. Ma sul dove, altro elemento fondamentale, dovrà decidere Costa Crociere, che si è riservata di farlo entro la seconda metà di questo mese.
Certo è che il pressing per portare il relitto a Piombino continua molto forte. Ed è stato ribadito dallo stesso ministro Orlando, che in questo segue la strada tracciata dal suo predecessore e specialmente dal presidente della Regione Toscana. “Non autorizzeremo porcherie – ha detto Enrico Rossi – Piombino è il sito più vicino e più adatto e diventerà una sfida anche per dimostrare come si fa all’Europa, che sulle demolizioni dei relitti si è spesso distratta”. Una sfida nella sfida, dunque.
Si sa che le dichiarazioni politiche sono una cosa e spesso la realtà diventa un’altra. Ma bisogna riconoscere che sia Rossi, sia il sindaco di Piombino Anselmi, sia il presidente (in scadenza) della Port Authority piombinese Luciano Guerrieri hanno fatto miracoli per accreditare il porto. Una volta tanto il governo ha fatto la sua parte, promettendo (e avviano la procedura di concreto stanziamento) 160 milioni di euro per le opere necessarie, sia pure sotto la foglia di fico dell’anticipazione per la crisi industriale del comparto. Come sempre in questo Paese, non si riesce ad andare allo scopo diretto, ma bisogna fare un percorso tortuoso di riserve mentali e di normative furbesche. Con il rischio che qualcuno poi trovi il verme nella mela e ci piazzi sopra un bel ricorso (a uno dei tanti Tar) mandando tutto a puttane.
Che dire? L’allungamento dei tempi del rigalleggiamento sarebbero d’aiuto a Piombino, che avrebbe più respiro per predisporre le opere necessarie ad accogliere il relitto. D’altra parte il relitto si sta chiaramente sfasciando, e ogni mese che passa diventa più problematico il suo risollevamento senza che la nave vada in pezzi. I famosi sponsons (i cassoni da applicare sulle fiancate) arrivano al Giglio con il contagocce e sono ancora in gran parte nel terminal della Unicoop a Livorno (dove stanno affiorando su alcuni vistose tracce di ruggine). Insomma, speriamo di cavarcela. E di vedere la fine di questa odissea nell’odissea.
A.F.

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Pubblicato il
8 Maggio 2013

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