Raccordo FS diretto con la rete e piano B per la Darsena Europa
Il presidente Giuliano Gallanti fa il punto sulle urgenze – A Modimar l’incarico di rendere più realizzabile il nuovo scalo containers – I tempi

Giuliano Gallanti
LIVORNO – Giuliano Gallanti, presidente dell’Autorità portuale labronica, punta su due obiettivi a suo dire fondamentali e realizzabili: il collegamento ferroviario diretto tra i terminal containers e la rete nazionale, bay-passando il Calambrone e facendo, come dice lui, di “Livorno” il primo terminal containers davvero servito in diretta dai treni-blocco (vecchio sogno dell’assessore regionale ai Trasporti ante Ceccobao); e il piano B della Darsena Europa, che sta prendendo forma negli uffici di palazzo Rosciano e che potrebbe essere messo in offerta quanto prima per gli investitori internazionali che ci credono.
[hidepost]In una recente intervista su La Nazione, Gallanti ha glissato sui nuovi ritardi del piano comunale anticipatore del piano regolatore portuale (ci sarà un incontro si spera definitivo il 27 settembre): ma ha molto insistito sull’accordo che faticosamente si sta cercando di chiudere per i raccordi ferroviari tra la rete nazionale e la Darsena Toscana: raccordi che consentirebbero forti economie nei trasporti terrestri da e per il porto (con i treni-blocco invece che con i Tir) e che hanno l’ok di tutti gli attori (ferrovie, Regione, Provincia, imprenditori e anche Comune) ma che stanno subendo il massacro dei “distinguo” tecnici delle varie burocrazie. Secondo Gallanti, tutto potrebbe e dovrebbe risolversi nel giro di questo mese. E sarebbe davvero un evento storico.
Più sfumato il discorso sul piano B della Darsena Europa (non più “piattaforma”, forse per dare un senso più realistico). Gallanti conferma che la revisione del faraonico progetto iniziale è stata affidata ancora a Modimar del professor Novi. Si punta a utilizzare le due vasche di colmata (la seconda è in costruzione) con uno o più pennelli esterni all’area nord del porto adatti alle full-containers con pescaggi fino a 15-18 metri ma anche oltre, a seconda di quanto si potrà dragare il fondale, che in quell’area è sabbioso e quindi facile da rimuovere. Il problema tecnico principale, l’accesso alla nuova Darsena, è ancora in fase di dibattimento, ma sembra che sia stata scartata la soluzione di passare attraverso la bocca sud favorendo l‘ingresso da nord, che peraltro dovrà essere protetto da una nuova diga. Non si tratta di piccoli lavori, ma i costi sono comunque intorno a un decimo della prima, faraonica ipotesi. E Gallanti e i suoi sperano di poter presentare un progetto realistico, con tutti gli ok necessari, ad eventuali investitori internazionali che ci credano. Intanto s’incazzano perché le famigerate “porte vinciane” al Calambrone continuano a stare più aperte che chiuse malgrado gli impegni eccetera.
Certo, arrivasse il collegamento ferroviario veloce con la darsena Toscana, se la pianificazione regionale favorisse l’iniziativa della nuova Darsena Europa, se non intervenissero i soliti (prevedibili) comitati NIMBY pseudo-ambientalisti a mettere i bastoni tra le ruote, se la città davvero si stringesse intorno al suo porto invece d’essere distratta dalle beghuzze dell’ormai prossima campagna elettorale, forse…
A.F.
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