Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

E Tel Aviv vara i binari anti Suez

ROMA – Se c’è un paese che ha giornalieri problemi di sopravvivenza, di quelli che comportano anche minacce reali di sterminio fisico, è Israele.
[hidepost]Eppure proprio da questo paese che da sempre è in stato di guerra – ricordiamo le foto delle ragazze in bikini in spiaggia con il mitragliatore in spalla – ci arrivano lezioni di imprenditoria di ogni tipo, da farci ancor più vergognare per l’ignavia imprenditoriale di Stato e l’etero bla-bla-bla della politica italiani. E’ il caso della gara di privatizzazione (privatizzazione reale, non mascherata) di cui parliamo qui a fianco per i due principali porti della sua costa mediterranea. Ed è il caso dell’approvazione, da parte della competente commissione interministeriale del governo di Tel Aviv, del progetto di una nuova ferrovia che congiungerà Eliat in Mar Rosso con Ashdod in Mediterraneo entro i prossimi cinque anni. Si tratta di completare un tratto ferroviario già esistente, ed utilizzato più che altro per il trasporto cargo interno, estendendolo e potenziandolo in modo da trasformarlo in una reale alternativa ai transiti dei containers attraverso il canale di Suez.
Come ha dichiarato il ministro dei Trasporti israeliano I. Katz “una volta completato il collegamento, sarà possibile raggiungere Eliat da Tel Aviv in due ore, con treni passeggeri che in alcuni tratti viaggeranno a 250 km/h”. Parallelamente ai tratti ultraveloci per i passeggeri, che puntano a incrementare il turismo, sono in programma binari per i carichi cargo pesanti tra i due porti del mar Rosso e del Mediterraneo. “In questo modo – sottolinea da tempo il premier Benyamin Netanyahu – Israele aprirà una nuova linea di commercio tra l’Asia e l’Europa, alternativa al canale di Suez”.
Ovviamente il progetto preoccupa l’Egitto, gestore del canale, ma non solo. C’è polemica anche all’interno di Israele perché sembra appurato che la realizzazione della grande linea ferroviaria – 340 km nel complesso – sarà finanziata, realizzata e forse almeno in parte gestita da compagnie cinesi, di un paese cioè che Israele considera “amico dei nostri nemici”. Secondo il governo di Tel Aviv invece i cinesi si limiteranno a partecipare alla costruzione, ma non alla gestione, per la quale sono state interessate anche imprese europee, in particolare francesi e spagnole. Con l’Italia che, come sempre in quest’epoca, è in tutt’altre faccende (?) affaccendata…
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Ottobre 2013

Potrebbe interessarti

Avanti adagio, quasi indietro

Potremmo dire, parafrasando Guido Gozzano, che tra gli infiniti problemi che riguardano il nostro mondo attuale, tra guerre e genocidi, ci sono anche le “piccole cose di pessimo gusto”. Tra queste c’è l’incredibile vicenda...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio