Le scadenze labroniche
Il nodo del molo Italia – A breve anche l’avvio dei lavori per il “marina” del Mediceo
LIVORNO – E’ impegnativo l’ingorgo tecnico-burocratico-politico delle prossime settimane, tra l’esame del Consiglio superiore dei lavori pubblici al piano regolatore del porto, gli ultimi passaggi in Comune e in Regione della variante anticipatrice, e la campagna elettorale per le amministrative del municipio ormai avviata.
[hidepost]E c’è chi teme che proprio la campagna elettorale finisca per condizionare – o per frenare, tra opposte pur dichiarate volontà di accelerare – i tempi dei fatti concreti.
In questo intreccio di tempi si inseriscono anche almeno tre importanti fattori legati all’iter del piano del porto di Livorno: la gara per la “porto 2000”, l’altra gara per la gestione dei bacini di carenaggio, e infine la definizione dei vari passaggi per il riordino del porto in “aree omogenee”, che comprendono anche il delicato riassetto del comparto crociere tra Alto Fondale e calata Orlando e il lay-out definitivo della radice della sponda Est della Darsena Toscana.
Il “pallino” di molte delle scelte più delicate è in mano a Gallanti & Provinciali nel palazzo Rosciano. E si può partire dalla delicata vicenda dell’ordinanza – attesa dalla Porto 2000, temuta da altri operatori – che dovrebbe ribadire anche per la prossima stagione delle crociere la priorità d’accosto delle navi dei turisti anche alle banchine con altre specializzazioni. Fuor di metafora, il nodo rimane il molo Italia con la sua sciagurata realtà di un’unica banchina agibile su tre, sulla quale operano i forestali che sono rimasti una delle voci di maggior importanza del porto sul piano economico. La Porto 2000 preme, ma pare che abbia armi spuntate contro l’oggettiva realtà della concessione demaniale che quest’anno il terminalista dei forestali Scotto ha ottenuto anche per la banchina. E il problema, almeno al momento, rimane tra coloro che son sospesi.
Il problema dei bacini di carenaggio è altrettanto delicato: e sebbene stia stato anch’esso posto in stand-by in attesa dell’approvazione del piano regolatore del porto, non potrà a lungo rimanere congelato. E’ preannunciata una gara, che sembra ormai certo verrà orientata verso l’unica soluzione realisticamente possibile, quella di un utilizzo a supporto della grande nautica della Benetti: e c’è però da capire se con il ripristino delle funzioni di bacino (con una spesa di 20 milioni almeno che non si sa bene chi dovrebbe accollarsi) o semplicemente come grande darsena, in un futuro utilizzabile anche per refitting invernali di pregio: a supporto del grande “marina” che a breve dovrà nascere nel Mediceo, con il preannunciato trasferimento – forse a scaglioni – dei circoli velici alla banchina 75. Insomma, di cose da chiarire nel piano regolatore del porto e nei suoi sviluppi ce ne sono tante. E i tempi stringono.
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