La “Spending Review” contro la RAM Affinita: è a rischio un’eccellenza
Nelle indicazioni del commissario Cottarelli anche l’ipotesi di chiudere la società che perà costa poco e rende molto di più – Il richiamo al governo

Tommaso Affinita
ROMA – In questi ultimi anni un esempio di “best practice” italiana nel settore dei trasporti, molto apprezzata anche a livello europeo, è stato certamente rappresentato dalla RAM e dalle politiche a sostegno dell’intermodalità, attraverso l’Ecobonus e i tanti progetti comunitari per lo sviluppo delle “Autostrade del Mare” che il nostro Paese si è aggiudicato proprio grazie alle iniziative della RAM, ovvero Rete Autostrade del Mare.
Ebbene: si sente dire che, nell’ambito della “spending review”, la RAM andrebbe chiusa. E sembra davvero una storia molto italiana in cui quello che funziona va sbrigativamente liquidato e tanti “baracconi” pubblici, fonti di perdite continue, vanno tenuti in piedi secondo logiche imperscrutabili.
[hidepost]Proviamo a chiedere di questa singolare novità che, se confermata, suonerebbe come una beffa per l’intero comparto della logistica e dell’intermodalità, al presidente Affinita che in questi anni di RAM è stato non solo l’amministratore delegato ma la vera e propria anima, battendosi duramente per gli incentivi a sostegno dell’autotrasporto, per l’alternativa marittima al tutto-strada, per l’armamento e per i porti che hanno creduto nelle “Autostrade del Mare”.
Lo troviamo un po’ amareggiato ma battagliero come sempre.
Presidente Affinita, ma davvero vogliono chiudere la RAM?
“Il Commissario alla spending review Cottarelli ha lasciato trapelare l’idea di chiudere la RAM, debbo ritenere senza un adeguato approfondimento della missione della Società, del suo operato in questi anni, del suo stato di salute in termini finanziari e patrimoniali. Mi amareggia in particolare che sia stata accreditata, e fatta diffondere a livello mediatico, una immagine fortemente travisata della nostra realtà aziendale”.
In effetti, presidente Affinita, abbiamo letto di una società con 5 consiglieri di amministrazione e soltanto 2 dipendenti; ma è davvero così?
“Si tratta di una informazione assolutamente distorta che è stata propagata sui mass media per fare sensazione ed alimentare così il furore giacobino ed iconoclasta che ormai dilaga nel nostro Paese e che vorrebbe travolgere tutto e tutti senza alcuna distinzione.
Ebbene rivendico a mio merito, e del consiglio di amministrazione che ha gestito con me la RAM, i criteri di efficienza e rigore con cui abbiamo guidato la Società, trovando pieno riscontro ed apprezzamento negli organi di controllo, dal Collegio dei revisori ai certificatori del bilancio fino alla Corte dei Conti.
In realtà, dovendo gestire progetti di più o meno lunga durata, abbiamo preferito avvalerci di collaboratori con contratti flessibili (oggi sono in numero di 13 unità coordinate da un unico dirigente di ruolo) proprio per non sovraccaricare il bilancio aziendale di personale a tempo indeterminato che sarebbe rimasto a carico della finanza pubblica qualora la RAM fosse stata chiusa. È davvero paradossale che una scelta di oculata e prudente gestione venga ora strumentalizzata divenendo l’emblema di una presunta irrilevanza della Società che avrebbe soltanto 2 impiegati!
Siamo di fronte ad un vero e proprio stravolgimento della realtà ed è la cosa che più mi ha amareggiato, anche perché irrispettosa dell’appassionato lavoro fatto dai miei collaboratori, tutti giovani laureati fortemente motivati ai quali adesso dovrei raccontare che si sono impegnati invano, perché il commissario Cottarelli deve fare cassa sulla pelle della RAM!”
Presidente ma per caso la RAM è in perdita ed è per questo che la si vuole liquidare?
“È questo l’altro paradosso di questa storia; la “spending review” dovrebbe individuare sacche di spreco e di dissipazione di risorse pubbliche, intervenendo a rimuoverle: nel nostro caso, il bilancio di RAM è in attivo da sei esercizi consecutivi, ha registrato utili per il suo Azionista, cioè il Ministero dell’Economia, per oltre 1,5 milioni di Euro rispetto al capitale di 1 milione, dunque più che raddoppiando il suo patrimonio netto; inoltre RAM, partecipando con successo a numerose gare europee, ha portato in Italia circa 8 milioni di finanziamenti comunitari a sostegno appunto delle Autostrade del mare e della intermodalità.
Si tratta di dati di fatto che credo siano del tutto sfuggiti ai censori della “spending review”.
Presidente Affinita mi sbaglio o hanno tirato in ballo anche i suoi emolumenti di amministratore delegato?
“Si, nel vortice polemico sono finiti anche i miei emolumenti; in questi tempi così cupi per il nostro Paese, in cui è facile aizzare l’odio sociale, si può ovviamente mettere in discussione anche l’entità di questi emolumenti; quello che non si può fare è infangare l’onorabilità di chi li percepisce del tutto legittimamente avendo il compito di gestire una Spa con precise responsabilità civilistiche, amministrative e patrimoniali. Ed è ancora più offensivo – mi scusi lo sfogo – per chi come me viene da oltre 40 anni trascorsi al servizio delle istituzioni, prima al Senato della Repubblica, dove sono entrato non per grazia ricevuta ma vincendo un pubblico concorso, poi rivestendo ruoli rappresentativi come la presidenza di Assoporti ed infine occupandomi di trasporti a livello scientifico con la docenza universitaria”.
Come finirà questa storia non edificante?
“Sono sicuro che da parte dei ministri interessati – quello delle Infrastrutture con il quale collaboriamo assiduamente e quello dell’Economia, nostro Azionista, nonché da parte della Presidenza del Consiglio che ha giustamente richiamato a sé le responsabilità finali di scelta circa la “spending review” – vi sarà una attenta valutazione della realtà effettiva della RAM e del suo ruolo; una valutazione meno sbrigativa rispetto a quella compiuta dal commissario Cottarelli.
“Gli amministratori, a cominciare da me, possono passare; gli assetti della governance possono essere alleggeriti e migliorati; gli emolumenti dei manager pubblici possono essere opportunamente tagliati per contribuire allo sforzo di risanamento del Paese; quello che a mio giudizio non si può fare è assecondare spinte puramente demagogiche determinando una dispersione del valore acquisito da RAM in questi dieci anni di attività. Si annullerebbe così il know-how di specifica professionalità maturata dalla nostra Società, liquidando un modello organizzativo che si è rivelato efficiente e competitivo a livello europeo; questo sì che sarebbe un autentico spreco di risorse pubbliche.
Antonio Fulvi
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