La riformina la riformona e il Gattopardo
LIVORNO – Sono, come sapete, tempi di “ponti” festivi. E di questi tempi le esternazioni politiche calano radicalmente: salvo quelle del premier Renzi, ma lui esterna come respira e i suoi annunci non fanno notizia, semmai accendono speranze.
[hidepost]Quindi ci rimane spazio per qualche considerazione, così di passaggio.
Per esempio, ci rimane qualche spazio per chiederci – e per chiedere – che possiamo attenderci dai tanti annunci di riforma della 84/94. Si dice in giro che se riforma ci sarà, non potrà essere quella del ministro Lupi: troppo radicale, troppo impegnativa, troppo “riforma”. Vale il vecchio principio enunciato dal Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: bisogna cambiare tutto perché non cambi davvero niente. E la riformina, quella portata avanti con caparbia buona volontà dal capogruppo al Senato Marco Filippi, qualche chance sembra di nuovo averla. L’ha fatta propria anche Debora Serracchiani, l’uomo forte (pardon…) del Pd per il settore trasporti. Che ce la faccia davvero?
Della riformona, quella cioè di Lupi, la riformina salva poco, ma qualcosa rimarrebbe. Per esempio, la riduzione del numero delle Autorità portuali: dalle attuali 24, si passerebbe a una dozzina, accorpandole probabilmente per aree omogenee, regionali o comunque di valenza logistica. E’ tutto da definire, ma basta per accendere fibrillazioni quasi ovunque. Per esempio, la costa toscana che con la Liguria vanta il singolare primato di ben tre autorità portuali a poche decine di chilometri l’una dall’altra, s’interroga se Piombino e Marina di Carrara saranno “cancellate” per ricadere sotto la grand’ala di Livorno: con il quale porto, onestamente, non hanno niente in comune. Idem in Liguria: Savona e La Spezia sotto la cappella di Genova?
Ce n’è abbastanza, come vedete, per alimentare un dibattito che passata la prossima buriana elettorale (europea e amministrativa) tornerà a farsi rovente. Il che comunque sarà sempre meglio dell’encefalogramma piatto del governo (di questo e dei precedenti) sulle problematiche portuali e della logistica. Intanto godiamoci l’ultimo “ponte” festivo, ammesso che ci sia qualcosa da festeggiare.
Antonio Fulvi
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