Napoli Week, parte la vetrina europea su portualità, shipping ed economia blu
I saluti dei principali protagonisti dell’industria della logistica sul mare – I temi del Mediterraneo e le proiezioni sul PIL nazionale – Il dibattito sulla riforma della legge 84/94 e le aspettative del mare in Italia
Presidente della Naples Shipping Week è Giuseppe D’Amato, discendente della storica famiglia di armatori napoletana e presidente della società Perseveranza SpA.

Giuseppe D’Amato
Presidente, ci parli della storia della sua famiglia e della sua attività.
“Sono il vice decano degli armatori italiani preceduto soltanto dal grande Aldo Grimaldi.
Da vari documenti in mio possesso risulta che nel 1825 un Giuseppe ed un Michele D’Amato erano proprietari di piccoli velieri.
All’inizio del 1900 fu costituita la Società Palomba & D’Amato essendo Palomba il mio nonno materno e D’Amato mio padre che aveva sposato una figlia di Palomba; possedevano insieme 10 velieri.
In questa Società ho iniziato a lavorare all’età di 18 anni per cui ho alle spalle 70 anni di ininterrotto lavoro nello shipping.
[hidepost]Nel 1969 fu costituita la PERSEVERANZA SPA DI NAVIGAZIONE della quale sono Presidente; questa Società iniziò con l’acquistare piroscafi in Nord Europa e negli anni duemila è arrivata a costruire presso FINCANTIERI, in Cina ed in Korea, oltre 25 bulk e cisterne”.
Nel suo ruolo di presidente, che indirizzo intende dare alla prossima settimana dello shipping e dove sarà posta particolarmente la sua sensibilità riguardo ai temi trattati nella sua prossima relazione?
“Per la mia età e per il grande amore per Napoli, dove lavoro, mi hanno nominato presidente della Naples Shipping week e, poichè Napoli è sempre stata bistrattata malgrado fosse sempre all’avanguardia in Italia per lo shipping, ho accettato con entusiasmo ed onore tale incarico.
Infatti, già all’epoca del Regno delle Due Sicilie, Napoli aveva la flotta mercantile più grande degli altri Stati Italiani; a Napoli è stata costruita la prima nave a vapore e la prima ad elica e la prima ferrovia; ha avuto, nel secolo scorso, uno dei maggiori armatori mondiali, nella persona di Achille Lauro; attualmente Gian Luigi Aponte, anche se è sorrentino ma si può considerare napoletano, è il numero due al mondo come armatore ed è continuamente in crescita.
Recentemente la Confitarma ha avuto come presidente il dottor Nicola Coccia ed attualmente il dottor Emanuele Grimaldi, entrambi napoletani.
Anche nel campo dell’arte Napoli si è distinta, avendo ospitato per molto tempo Giacomo Leopardi, numerosi grandi pittori nel 700 e la grande scuola dell’800, sempre nel campo pittorico precursore dell’impressionismo francese.
Inoltre a Napoli, oltre cento anni fa fu costituita l’unica università italiana e forse mondiale dedicata allo shipping inizialmente denominata Istituto Universitario Navale, attualmente Università Parthenope che ospita oltre 16.000 studenti e comprende anche la facoltà di Ingegneria, Scienze Motorie, Giurisprudenza e Scienze Tecniche e Tecnologia.
Circa 20 anni fa è stata costituita l’I.P.E. che è un Istituto unico in Italia e forse al mondo, dove si insegna ai laureati in Ingegneria, Giurisprudenza, Economia, la parte pratica del loro lavoro che, normalmente, non viene insegnata nelle scuole. Quasi la totalità degli allievi trova lavoro, malgrado la crisi attuale.
Pertanto, è mia intenzione evidenziare nella prossima settimana dello shipping quanto sopra con la speranza che, finalmente, Napoli abbia in Italia e nel mondo il posto che merita”.
Quale è il suo pensiero in qualità di armatore circa la direttiva europea in materia di adozione di nuovi standard su motori e combustibili nel trasporto marittimo. Sulla base di tali normative e sui ritardi dell’Italia riguardo i decreti attuativi relativi qual’è il pensiero della categoria e le azioni che essa intende intraprendere.
“Nonostante le emissioni di gas serra in atmosfera da parte delle navi nell’ambito della Comunità Europea siano attualmente pari a circa il 4% del totale, un armatore è sempre molto attento a contenere i consumi delle proprie navi ed a migliorarne l’efficienza energetica, allo scopo di risparmiare i consumi di combustibile e ridurre così le emissioni in atmosfera.
La Confitarma sta sviluppando alcune iniziative di sensibilizzazione sull’adozione degli strumenti volontari di gestione ambientale nelle aziende armatoriali, allo scopo di migliorare la gestione finalizzata alla protezione ambientale e influire positivamente sull’immagine della flotta presso gli operatori economici, le amministrazioni competenti, e il pubblico in generale, quali:
• Contribuire ad innalzare l’efficienza e/o il rendimento economico della gestione navale.
• Innalzare la motivazione del personale a bordo attraverso la formazione e la responsabilizzazione ambientale.
• Contribuire al miglioramento della performance nell’ambito dei controlli.
• Migliorare l’immagine complessiva dell’armamento, evitando l’introduzione di legislazioni ambientali unilaterali nazionali o comunitarie”.
Il porto di Napoli: un’opportunità di ripresa e di prospettiva, base di appoggio del traffico da/per il Nord Africa, è tanto più importante stante la pesante situazione economica dell’area napoletana ed italiana in generale. Come ritiene debbano essere sfruttate al meglio queste opportunità?
“Purtroppo il porto di Napoli attraversa la peggiore situazione da quando ho iniziato la mia attività nello shipping e sta perdendo società importanti.
L’ultimo scandalo dell’Autorità Portuale rappresenta la principale causa del degrado del porto ma, a mio avviso, tale degrado, che non interessa soltanto il porto di Napoli, ha origini antiche, dipendenti essenzialmente dalla scarsa attenzione prestata dai nostri governanti da più decenni allo shipping in generale.
Quanto sopra si verifica da quando è stato eliminato il ministero della Marina Mercantile; ministero che ritengo sia assolutamente necessario ripristinare perchè l’importanza dello shipping in generale richiede un’attenzione particolare e non può essere gestita da un unico ministero dei Trasporti.
Ciò, ripeto, riguarda tutti i porti italiani ma Napoli in particolare, perchè, per la sua posizione geografica dovrebbe essere la capitale di tutto lo shipping mediterraneo”.
La portualità italiana e lo shipping sono in attesa da anni di una riforma della legge 84/94 : tema sul quale si sono intrecciate e continuano a intrecciarsi ipotesi, indiscrezioni, testi in commissioni parlamentari, annunci del ministro, promesse. Quali sono, a suo parere e in estrema sintesi, i punti dai quali la riforma non può prescindere?
“La riforma di questa legge riguarda essenzialmente il rilancio delle infrastrutture portuali italiane, allo studio da molti anni, per adeguare il traffico rispetto ai porti del Nord Europa ma anche ciò, a mio avviso, si ricollega alla necessità di una reale, specifica attenzione del governo verso lo shipping che potrà realizzarzi solo con il ripristino del ministero della Marina Mercantile.
Cinzia Garofoli
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