Authority: quel panico tra i veterani
ROMA – Se non è panico, davvero poco ci manca: perché il decreto sulla pubblica amministrazione che il presidente del consiglio Renzi ha presentato alla firma di Napolitano contiene anche una specie di “scivolo” forzato per i dipendenti delle Autorità portuali.
[hidepost]Nella sostanza: chi ha maturato la pensione ed è rimasto in servizio – facoltà fino ad oggi concessa – è bene che prepari il bagaglio.
Molti dettagli sono ancora da definire, perché al momento in cui andiamo in stampa è in corso un sottile disquisire sul dubbio se la contrattazione Aran riguardi o no anche le Autorità portuali. C’è il noto precedente dei tagli alle retribuzioni che dalla fine dell’anno scorso è rimasto ancora sub judice. E ci sono, ovviamente, tutti gli esperti dei sindacati, dentro e fuori Assoporti, che stanno studiando le virgole. Ad oggi tuttavia sembrerebbe che chi ha maturato i 62 anni di età ed ha 40 anni di contributi, il 31 ottobre potrebbe considerarsi fuori.
Se il principio fosse davvero questo, il processo si svolgerebbe poi a catena: cioè anno dopo anno chi maturasse i suddetti requisiti se ne andrebbe. Cade anche un altro piccolo (fino a un certo punto) privilegio che era abbastanza diffuso: quello di trovare un incarico “collaterale” a chi va in pensione, in modo da consentirgli un congruo “addendum”. Anche su questi incarichi post-pensione è tutto cambiato. O almeno, sarebbe. E se è vero che il provvedimento aprirebbe la strada a molti giovani che sono da tempo bloccati dai funzionari più anziani, c’è chi si appella al fatto che se ne dovrebbero andare insieme a qualcuno che ormai ha tirato i remi in barca e vegeta anche elementi esperti e ultra-validi. Insomma, come sempre, c’è la medaglia e il rovescio. Da capire semmai qual’è la faccia migliore…
Antonio Fulvi
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