Laura dei miracoli
LIVORNO – Bisogna ammetterlo, e fa anche piacere: la presidenza di Laura Miele all’Asamar ha superato il giro di boa del primo mandato indenne dai siluri interni ed esterni.
[hidepost]Il che torna di sicuro a merito di Laura, che ha saputo ricompattare un’associazione in passato con parecchia dialettica interna (per usare un eufemismo): ma torna a merito anche degli stessi associati, che hanno dimostrato di saper guardare alla categoria prima ancora che alle proprie piccole o grandi ambizioni. In tempi di crisi epocale, quando il lavoro manca e in molti settori ci si scanna senza esclusione di colpi, è un buon segno di maturità: come l’allargamento del consiglio alle due new entry, che tra l’altro rappresentano importanti vettori per il porto livornese, ed erano nel passato rimasti abbastanza ai margini dell’associazione.
“Sono orgogliosa del clima che oggi regna in Asamar – ci ha detto Laura Miele – perché conferma la volontà di tutti di affrontare la crisi in modo costruttivo. E sono grata all’intera associazione del supporto che ha dato al consiglio fino ad oggi e ci ha confermato anche per il prossimo futuro”. Una dichiarazione perfettamente in tono con il carattere di Laura: che ha sempre lavorato per il dialogo, facendo proprio il famoso detto di Teo Roosevelt “Speak softly but carry a big stick”. Con il sorriso, ma con dolce fermezza.
Nella sua analisi sullo stato dell’arte dei porti della fascia costiera toscana, Laura Miele ha voluto sottolineare due eventi storici: i grandi lavori in corso (e di corsa…) nel porto di Piombino: e l’iter praticamente completato per il nuovo piano regolatore del porto di Livorno, che consentirà allo scalo, insieme ad altri importanti passaggi come la derubricazione dei siti SIN in siti SIR, di superare limiti fino ad oggi estremamente punitivi. Ed ha rivolto un auspicio che è condiviso dall’intero cluster marittimo: quello di un approccio finalmente conclusivo alla riforma della legge 84/94, “al di la del modello che si vorrà adottare, con l’obiettivo di recuperare la competitività dei nostri scali per una maggiore capacità di produrre ricchezza e di attrarre capitali per gli investimenti strutturali”.
Un po’ è credere nei miracoli, vista l’aria che tira. Ma che a forza di evocarli, i miracoli possano avvenire?
A.F.
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