Visita il sito web
Tempo per la lettura: 3 minuti

La Riforma della 84/94 a fine mese ma tanti dubbi frenano le aspettative

Più Autorità di quanto aveva promesso Lupi, ruoli forse depotenziati dei presidenti a favore dei segretari generali, il contrattacco delle Capitanerie di porto e sui servizi tecnico nautici – Il problema dei tempi di attuazione

ROMA – E alla fine, sembra proprio che “Habemus Papam”: insomma che la sospirata riforma della riforma portuale sia davvero in dirittura d’arrivo.
[hidepost]Con il decretone omnibus atteso a fine mese, il disegno di legge 370 uscirà dal minestrone come aveva promesso il ministro Lupi già da primavera. Ma uscirà, a quanto si sente dire, parecchio annacquato, almeno secondo le prime bozze che lo stesso Lupi aveva fatto circolare. Uno dei cambiamenti più significativi è il taglio nel numero delle Autorità portuali: Lupi aveva parlato di 5° 6 macro-realtà di sistema, derivanti dall’aggregazione secondo le linee TEN-T europee, il compromesso con Debora Serracchiani – potentissima vice di Renzi – le ha fatte diventare 14 o 15, secondo il criterio dei sistemi regionali. E che la tesi del Pd abbia prevalso su quella del ministro lo sta confermando a destra e a manca anche il senatore Marco Filippi, in interviste a sostegno dell’ultima stesura della tormentata riforma.

* * *

Sugli accorpamenti, come già si è scritto, s’è scatenata la solita bagarre di chi non vuole essere “declassato”: Genova non va bene a Savona, Carrara mugugna per entrare nell’orbita di La Spezia, Piombino irride a Livorno che tra poco avrà fondali peggiori dei suoi, Salerno minaccia la guerra a Napoli, Venezia e Trieste si guardano in cagnesco e via così. Ma il tema degli accorpamenti non è l’unico a suscitare scintille: c’è il depotenziamento dei comitati portuali, c’è la nomina dei presidenti praticamente avocata a Roma. E c’è, in particolare, il tentativo di disinnescare la “mina” della qualificazione professionale dei presidenti, che ha provocato il noto sconquasso a Cagliari (caso Massidda) ed ha spinto Lupi a commissariare pressochè tutti i porti con i vertici in scadenza. La linea portata avanti dal Pd è adesso che la qualificazione professionale specifica non è tanto importante per i presidenti quanto per i segretari generali, che sono i veri tecnici e i garanti della professionalità delle scelte: tant’è che è il segretario generale e non il presidente il responsabile della pianificazione dei porti e di altri importanti passaggi. Se prevarrà questa tesi – da codificare nel decreto con estrema chiarezza – cambieranno ovviamente anche i rapporti di potere all’interno delle Autorità portuali: con il ruolo dei presidenti simile a quello nelle Spa, mentre i segretari generali diventeranno di fatto una specie di amministratori delegati.

* * *

Altro punto di scontro è l’attribuzione del controllo dei servizi tecnico-nautici. La legge 84/94 ha lasciato margini d’incertezza tra le competenze delle Autorità portuali e quelle delle Autorità marittime (Capitanerie) e c’è stato da parte di queste ultime un lungo lavoro di lobby per recuperare gli spazi perduti, oggi tutti concentrati sulla sicurezza (che a sua volta può essere tutto o quasi niente). Sembra che le Capitanerie riescano a recuperare alcuni spazi importanti e Felicio Angrisano ci ha lavorato molto, di spada ma specie di fioretto. Alle Capitanerie brucia molto la continua, sottile – e non sempre sottile – erosione dei propri compiti istituzionali da parte di altri corpi. Anche se Renzi aveva promesso una razionalizzazione dei servizi di vigilanza e pattugliamento in mare – l’Italia ha il record dei corpi militari e paramilitari che pattugliano le coste e l’altura, si veda anche in questo numero l’arrivo di una nuova classe ammiraglia per la Finanza – il risultato sembra lontano dalle aspirazioni di Angrisano e dei suoi. E del resto non è un mistero che la stessa Marina Militare ogni tanto sbuffi per il supposto “trattamento di favore” alle Capitanerie sul naviglio e sui finanziamenti. Insomma, la riforma della riforma difficilmente riformerà anche i tanti conflitti tra corpi dello Stato.

* * *

Non meno importante e dibattuta la questione dei tempi di attuazione delle norme portuali che entreranno in vigore con il decreto “Sblocca Italia”, in discussione il 29 agosto. I decreti hanno immediata attuazione (salvo poi passare dal parlamento dopo 60 giorni: e nelle aule possono essere letteralmente disinnescati) ma è difficile pensare ad accorpamenti delle Authorities immediati e alle altre rivoluzioni operative in tempi brevi. E’ stato già scritto: avverrà come l’abolizione delle Province, che è come il coro dell’Aida. Tutti cantano “Partiam, partiam…” ma nessuno si schioda per ore dal palco.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
20 Agosto 2014

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio