Navi italiane, ok al registro internazionale
Vi è iscritto il 93% del tonnellaggio nazionale per oltre 17 milioni di tonnellate di stazza lorda – Cresce anche la flotta di proprietà italiana sotto altre bandiere

Emanuele Grimaldi
GENOVA – “Confitarma News” ha recentemente fatto il sunto dell’armamento italiano, diviso per iscrizione ai vari registri. Si evince, come riportato anche dal piacevole sito telematico di Decio Lucano, che la flotta mercantile di proprietà italiana alla fine del 2013 si componeva di 1.564 navi per 18.657.460 tonnellate: 778 navi, oltre 18 milioni di stazza superiore alle 1000 tsl; 786 navi per 261.156 tsl da 100 a 999 tsl.
Il 93% del tonnellaggio di proprietà italiana, circa 17,4 milioni di tsl, è iscritto al Registro Internazionale italiano, che è stato istituito proprio per evitare la fuga degli armatori nazionali sotto i più convenienti registri stranieri, ai tempi delle “bandiere ombra”.
[hidepost]Solo il 6,2% (1,2 milioni di tsl) del naviglio italiano risulta iscritto al Registro ordinario mentre una ancor più piccola parte del tonnellaggio di proprietà italiana batte bandiera estera (bare boat charte registration). A ciò si aggiunge la crescente flotta di bandiera estera controllata da interessi armatoriali italiani, sia nel Mediterraneo che nel mare del Nord e in altre acque: estremamente dinamico in questo campo il gruppo Grimaldi di Napoli, in continua espansione. Non rientrano infine nei calcoli le tante navi del gruppo Aponte, sia nel campo dei containers che delle crociere, essendo l’armatore italiano da tempo sotto bandiera svizzera o altre bandiere pur mantenendo buona parte degli equipaggi di nazionalità italiana.
Per quanto la crisi internazionale abbia duramente colpito alcuni comparti – in particolare quello delle cisterne e dei carichi liquidi – gli armatori italiani continuano ad essere dinamici e a fronteggiare sia il calo della domanda che quello dei noli.
[/hidepost]