Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Siamo tornati all’antico grido “Mamma, li turchi”?

ROMA – Ma la Turchia è davvero così lontana dall’Italia dei porti? Solo pochi anni fa, andando a celebrare con gli armatori Nino e Nello D’Alesio una delle navi ordinate nei cantieri turchi, ci rendemmo conto di quanto di italiano ci fosse in quell’area: a parte i ponti di Istanbul, costruiti da imprese italiane, decine e decine di cantieri che lavoravano alacremente per armatori italiani: sia a costruire che a riparare e anche a demolire.
[hidepost]Adesso che Msc sta per aprire uno dei suoi più importanti hub portuali del Mediterraneo proprio in terra turca, viene spontaneo chiedersi se Gianluigi Aponte e i suoi avrebbero scelto il mar di Marmara se nel sud Italia ci fossero state le condizioni di flessibilità normativa, di supporto all’impresa e non ultimo di rete logistica che sono state trovate a Istanbul. Molti italiani storcono la bocca quando si parla di allargamento dell’UE alla Turchia, ancora convinti che quella gente vada in giro con le babbucce e le scimitarre alla cintura. Come erano convinti che il Marocco andasse avanti con il turismo di Marrakesh e gli aratri a cammelli prima che nascesse dal niente quel grande porto di transhipment che è Tanger 2. E così via.
In queste ore si sta discutendo molto, nel nostro paese, su quando il decreto “Sblocca Italia” porterà davvero di produttivo per i porti nazionali. Mentre andiamo in macchina c’è ancora pochissimo di ufficiale e sarebbe sciocco pronunciarsi sul poco che è filtrato dal consiglio dei ministri di ieri. Ma è certo che l’Italia dei porti non si può sbloccare con un decreto soltanto. Occorre prima di tutto cambiare mentalità, ascoltare davvero chi in giro per il mondo è pronto a investire capitali immensi a patto di avere risposte veloci e condizioni per far fruttare i propri investimenti. Ieri non avevamo capito bene come sarebbe stato pericoloso il grande investimento portuale in Marocco. Oggi rischiamo di dover gridare tremando, come poco più di cinquecento anni fa, “Mamma, li turchi!”.
Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
30 Agosto 2014

Potrebbe interessarti

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

“Non solo editore”

È stato, per chi l’ha conosciuto, un maestro di vita: appassionato del mare, del bello scrivere e anche delle gioie che possono venirne. Uomo di cultura, mai ostentata ma semmai offerta con un filo di...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio