A Livorno Filt-Cgil sulle barricate
LIVORNO – “Il DDL sulla concorrenza presentato o in via di presentazione da parte del ministero per lo Sviluppo Economico – dice una nota della Filt-Cgil – entra a gamba tesa e vuole modificare in modo pesante il lavoro così come attualmente strutturato e regolamentato negli ambiti portuali.
[hidepost]Le modifiche alla Legge 84/94 sono inaccettabili e vanno nella direzione sbagliata di una cieca apertura al mercato del lavoro portuale e nei servizi tecnico-nautici; le uniche conseguenze certe saranno abbattimenti occupazionali, abbattimenti del valore del lavoro e applicazioni contrattuali al ribasso.
Nello specifico troviamo:
“L’abrogazione totale dell’art. 17, che a Livorno significa la perdita secca di 67 posti di lavoro, e l’apertura alla totale liberalizzazione del mercato del lavoro portuale, aprendo definitivamente la strada alla concorrenza giocata sulla pelle dei lavoratori.
“Una forte limitazione al futuro ruolo dell’Autorità Portuale cui viene impedito di entrare in partecipazione a società, seppur nei limiti comunque già previsti dai propri compiti istituzionali e certificati come “strumentali” rispetto ai fini esclusivi della promozione e dello sviluppo dell’intermodalità, della logistica e delle reti trasportistiche; l’AP non avrà più il dovere di stabilire e verificarne la congruità del numero massimo delle autorizzazioni per le imprese necessarie alla funzionalità operativa del porto, rispetto ai volumi di traffico.
“Le singole imprese concessionarie art. 18 potranno avere più concessioni anche per lo stesso segmento di attività, nell’ambito di uno stesso porto e potranno operare anche nelle aree di porto pubblico.
“L’apertura del mercato che viene annunciato anche nel settore dei servizi tecnico nautici (ormeggio, rimorchio e piloti) non tiene in nessuna considerazione la indispensabile necessità di garantire la sicurezza dei porti e della navigazione; sarebbe importante non dimenticare le tragedie che abbiamo vissuto anche nel recente passato.
“La Filt-Cgil porrà in essere tutte le azioni di contrasto a tale scelta che sembra confermare pienamente la direzione presa dal Governo Italiano in continuità con il Jobs Act, di liberalizzazione, abbattimento dei diritti e precarizzazione del lavoro che sono inaccettabili per i lavoratori e inutili per la ripresa occupazionale. Quando si abbattono i diritti dei lavoratori non c’è spinta all’economia ma siamo solo di fronte all’abbattimento dei diritti dei lavoratori. Come lavoratori, cittadini, rappresentanti sindacali non staremo a guardare”.
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