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Il protocollo d’intesa

ROMA – Ecco il testo del protocollo firmato da Assoporti, Federazione del Mare e Federagenti.
Considerato che: i porti, come riconosciuto anche in recenti atti del governo, sono una componente essenziale per garantire competitività all’intero sistema economico italiano;
[hidepost]“esiste una consapevolezza nuova testimoniata dal piano della logistica e dei porti, circa la necessità di rimuovere gli ostacoli, normativi, burocratici e operativi che impediscono un corretto funzionamento dei porti e impediscono agli stessi di rispondere tempestivamente alla domanda del mercato;
“indipendentemente dall’iter di riforma, esiste una vera e propria emergenza nazionale rappresentata dall’interramento di importanti scali marittimi del paese e quindi da un innalzamento dei fondali che incide direttamente sull’operatività dei traffici mercantili;
“molte navi e non solo quelle giganti dell’ultima generazione non riescono più a entrare nei porti, per evitare il rischio di incagliarsi e arenarsi;
“le conseguenze sono già e saranno in modo sempre più penalizzante l’esclusione dei porti italiani dalle principali rotte del traffico marittimo mondiale con perdita di lavoro ma anche di gettito per lo Stato;
e che la causa di quanto sopra è determinata da: l’impossibilità, le difficoltà e i vincoli che limitano e talora impediscono il dragaggio sia nella ordinaria amministrazione, sia a maggior ragione per interventi straordinari, diventati indispensabili ad esempio per i porti che operano nel mercato container;
“una normativa sulla gestione del materiale da dragaggio incompleta e disorganica, basata su un approccio meramente cautelativo che prescinde dall’effettiva pericolosità dei sedimenti;
“la definizione di oltre il 50% dei porti nazionali come siti di interesse nazionale (SIN) e in quanto tali considerati (senza riprove scientifiche e verifiche dettagliate) altamente inquinati;
“ciò comporta teoricamente l’obbligo di una bonifica globale con costi insostenibili e comunque mai attuata;
“ciò comporta l’applicazione di normative non coerenti per il riutilizzo dei materiali scavati dai fondali del porto.
Le scriventi associazioni invitano il governo: a proclamare un’emergenza nazionale relativa alla progressiva chiusura dei porti.
“Varare da subito una normativa uniforme valida per tutti i porti e non condizionabile dalle scelte applicative delle singole amministrazioni locali.
“Stabilire, sulla base dei monitoraggi e delle verifiche reali effettuate dei materiali sui fondali dei porti inseriti in aree Sin, i criteri al fine di circoscrivere alle aree realmente inquinate i lavori di bonifica e i vincoli che ne derivano.
“Mettere a punto una mappa delle priorità per gli interventi più urgenti di dragaggio”.[/hidepost]

Pubblicato il
21 Febbraio 2015

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