Chi incalza Lupi su Incalza
ROMA – La tentazione è, ovviamente, di abbandonarsi allo sconforto: o per chi ancora ce la fa, alla furiosa e impotente rabbia di chi giornalmente cerca di sfangarla e crede ancora in un paese potenzialmente pulito.
[hidepost]Ma adesso che la magistratura sta incalzando Incalza, e i suoi tanti (troppi ed equamente distribuiti) protettori, diventa fatale chiedersi quale credibilità abbiano tutti i grandi piani di riforme che con la regia dello stesso Ercole Incalza sono sul piatto del governo. Compreso il grande Piano Generale dei Trasporti e della Logistica che porta la sua firma, e dal quale deriverebbero molte delle scelte fondamentali del nascente piano di riforma dei porti.
Intendiamoci: la presunzione di innocenza, fino a condanna definitiva, fa parte delle regole. E inoltre non è detto che se il referente di un sistema che userebbe regalare Rolex d’oro e posti di lavoro privilegiati ai figli dei ministri sarebbe per questo un cattivo programmatore di riforme. Menti tecnicamente eccelse non sempre hanno un’etica altrettanto limpida.
Certo è che l’amarezza cresce, e i dubbi sull’intero sistema anche. Poi c’è chi, giudiziosamente ma non certo Coram Populi, invita a non aver fretta e a non giudicare dai processi mediatici. Sulla poltrona del ministro Lupi si addensano da mesi nubi di tempesta che poco hanno a che fare (almeno, così sembra) con Incalza & C. Si sa – e l’hanno scritto i più grandi quotidiani – che il premier Renzi lo subisce, non lo vorrebbe nel governo e aspetta l’occasione buona per sostituirlo, si dice con Debora Serracchiani che soffia sul fuoco. I più maliziosi arrivano persino a ipotizzare un trappolone montato ad hoc.
Difficile credere che investigatori e magistrati si siano inventati tutto per compiacere una certa linea politica. Ma se certe intercettazioni sono autentiche, bisognerà cominciare a pensare che anche i più importanti, intelligenti e scafati “super-dirigenti” – quelli che sono sul gradino immediatamente sotto al cielo – quando stanno al telefono diventano dei super-idioti. In un paese dove si intercettano anche i colloqui tra i bidelli e gli addetti alle pulizie negli asili, si possono fare telefonate come quelle di cui stiamo leggendo in questi giorni? Delle due, l’una: o c’è la stupida sicurezza di essere in ogni caso intoccabili; oppure certe telefonate sembrano ma non sono. Secondo una scuola di pensiero, non sarebbe la prima volta.
Comunque vada, torna il vecchio, saggio e amaro ammonimento ripreso anche da Carlo Goldoni: “Chi troppo in alto sal, cade sovente, precipitevolissimevolmente”.
E trascina sempre più giù questo povero paese e le nostre speranze.
Antonio Fulvi
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