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“NOS Aries” a casa

Il grande supply vessel di Neri è rientrato a Livorno

LIVORNO – “NOS Aries” è tornato a casa. Il grande supply vessel della flotta Neri che ha recuperato nell’oceano Pacifico la navicella sub-spaziale lanciata dall’ESA dalla Gyana francese, dopo tre mesi di missione tra l’Atlantico e il Pacifico è rientrato a Livorno ormeggiandosi alla banchina nord del molo Italia, con a bordo sia il modulo IXV (Intermediate Exsperimental Vehicle) dell’Agenzia spaziale europea ESA. Con la “navicella” c’era anche tutto il materiale di supporto che è servito a monitorarne il volo e a determinarne l’ammaraggio.
[hidepost]Il lancio del modulo IXV si è concluso con un volo un’ora e mezzo, punte di velocità di 27 mila km/h e una quota di 412 km. Puntuale l’ammaraggio e l’appuntamento con il “NOS Aries” che era partito da Panama ed ha navigato a 13 nodi fino al punto di discesa della capsula, guidato dai rilevatori satellitari di bordo e dal ponte radio con la base di lancio. Un’operazione, è stato rilevato, di altissima tecnologia anche nella fase del recupero.
L’esperimento ha aperto la strada – hanno sottolineato in Alenia Space (Finmeccanica) che ha operato nel progetto in joint venture con la francese Thales – allo sviluppo di veicoli spaziali di nuova generazione, specializzati in un rientro veloce e sicuro nell’atmosfera, con una tecnologia tutta europea: che andrà a confrontarsi (e nelle intenzioni, a superare) quelle attualmente in uso nei voli spaziali, made in Usa e in Russia.

Piero Neri

Al molo Italia erano ad attendere il “NOS Aries” i vertici del gruppo Neri, con in testa Piero e Corrado Neri, e il personale di supporto all’equipaggio del supply vessel: quindici tra specialisti e marittimi sotto la guida del comandante Asaro, che hanno compiuto la memorabile doppia traversata dell’Atlantico e la “puntata” in pieno Pacifico per un totale di quasi ventimila miglia. Per la parte aerospaziale erano a bordo a scaglioni fino a una trentina di tecnici: per cui nei momenti cruciali della spedizione il “NOS Aries” ha ospitato una comunità di una cinquantina di persone.
Lo sbarco della navetta sub-spaziale e del materiale di servizio all’esperimento è iniziato immediatamente. Appositi convogli stradali speciali sono stati predisposti per il trasporto del modulo IXV e del materiale collegato in parte a Torino, nella sede dell’Alenia Space, e in parte in Francia, nella sede della Thales. Per quanto riguarda il “NOS Aries” è previsto che a operazioni di sbarco terminate e a “ripulitura” degli ambienti e della coperta avvenuta, il supply vessel venga sottoposto al refitting necessario per rientrare in flotta ed essere destinato ad altre operazioni, in Mediterraneo ma non solo. In attesa comunque che il programma aerospaziale dell’agenzia europea ESA riprenda con ulteriori lanci e nuovi impegni della nave della flotta Neri, che è stata costruita appositamente con le specifiche richieste – in joint con l’Intermarine di Genova – per essere il principale mezzo di supporto in mare dei futuri lanci.

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Pubblicato il
28 Marzo 2015

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