La nuova CILP con NGI il progetto e i programmi
Raddoppio del capitale, armonizzazione dei comparti e ulteriori investimenti nei settori “core business” dei contenitori, forestali e auto nuove

Marco Dalli

Luca Becce
LIVORNO – Forse è un piccolo passo nel quadro delle grandi manovre in corso nei porti italiani: ma l’ingresso delle Nex-Co NGI (gruppi Neri e Negri) nella CILP dei portuali, insieme al nuovo piano regolatore del porto e al via alle gare connesse, sono indubbiamente un grande passo per il troppo lungamente negletto scalo labronico.
La nuova CILP, allargata per il 50% a NGI, è stata formalmente costituita due giorni fa dal notaio D’Abramo con un consiglio costituito da Enzo Raugei e Marco Dalli per i portuali e da Luca Becce e Nereo Marcucci per NGI.
[hidepost]
Dalli è il presidente, Becce l’amministratore delegato. Ma più che le cariche – il problema degli assetti è stato al centro di un delicato confronto che non avrebbe però mai creato veri problemi – quello che conta è il progetto: il risanamento della CILP , con la piena collaborazione dell’altro socio, la cooperativa fiorentina CFT, e l’avvio di un programma che punta non solo al (lontano) obiettivo di concorrere alla piattaforma Europa, ma anche e specialmente a creare “un clima nuovo nel porto, non in chiave di voler cannibalizzare” altre realtà operative, ma di armonizzare le potenzialità livornesi” per andare alla riconquista di traffici che sono, negli anni, andati via in altri scali.
Per farlo, la nuova CILP ha già incamerato importanti risorse giunte con NGI. Si parla di un raddoppio del capitale, che prima dell’operazione si aggirava intorno ai 4 milioni di euro. E’ stata fatta la cifra di 8/10 milioni di euro come nuovo capitale e di un progetto che punta al rafforzamento nei tre settori strategici per il gruppo: ovvero i contenitori, la cellulosa, le auto nuove. Sembra evidente che in prospettiva dovranno arrivare altre e forse ancora più importanti risorse: perché è altrettanto evidente che l’epoca dei fondi pubblici si sta esaurendo – le risorse regionali indirizzate a Livorno e a Piombino forse saranno ricordate come un evento “storico” finale di un’era conclusa – e che per rilanciare i porti come imprese occorrerà investire da parte dei privati. L’esempio di La Spezia, dove il gruppo Contship ha concentrato investimenti per quasi 200 milioni in pochi anni, è significativo ma non unico, considerando quello che sta accadendo – e di cui recentemente abbiamo riferito – sulla costa mediterranea del Marocco.
Con l’operazione CILP in sostanza Livorno risponde, creando un polo forte e coeso, alla prospettiva di crescita legata al nuovo piano regolatore di Gallanti e Provinciali. Siamo alle buone intenzioni soltanto? La competizione è forte, anche nell’incertezza di una riforma portuale che giorno per giorno appare mutante come un caleidoscopio in rotazione. Ma partire da una base rafforzata è di certo un buon inizio. E almeno, lascia sperare i livornesi (e non solo) su Livorno.
A.F.
[/hidepost]