Quella pioggia di milioni sul livornese
FIRENZE – E’ vero, bisogna superare la tentazione di pensare che in campagna elettorale è facile spacciare per oro fino anche l’ottone. E’ anche vero – mettiamoci pure quest’altro carico – che il presidente del consiglio Renzi ha la parola facile per promettere e per dare per realizzate le promesse appena fatte. Last but not least: il programma prevede di “spalmare” gli interventi in dieci anni, che nel mondo dell’economia del real time sono un’eternità…
[hidepost]Però l’accordo di programma firmato la settimana scorsa alla Regione Toscana – presenti lo stesso premier Renzi, il governatore Rossi, il presidente della Provincia di Livorno Franchi, il presidente della Port Authority livornese Gallanti ed altri – sembra essere parecchio di più di un elenco di promesse. Intanto ha il riscontro in alcuni stanziamenti-investimenti già avviati: per l’area livornese è scritto nero su bianco che vengono attivati (o lo sono già stati) 732 milioni di euro; e di questi 582 sono soldi pubblici (Regione con 309 milioni, Authority portuale 200, Stato 65) mentre altri 150 si aspettano dai privati, in particolare dal project-financing per la Piattaforma Europa. Com’è stato ampiamente commentato dai vari siti web e dalla stampa quotidiana, 650 di questi milioni sono finalizzati proprio alla Piattaforma Europa, il “cuore” del nuovo piano regolatore del porto di Livorno, destinato sia come nuovo porto containers che come nuovo scalo per le Autostrade del mare (per risolvere la crescente carenza di spazi dei traffico ro/ro nel porto commerciale). Altrettanto importanti gli impegni per lo “scavalco ferroviario” che collegherà il porto all’interporto Vespucci (14,25 milioni di euro), il raccordo ferroviario con la rete nazionale (40 milioni) ma specialmente le facilitazioni burocratico-fiscali per l’area industriale Livorno-Collesalvetti (bonifica dei Sin, “parco produttivo” di Rosignano, Irap ridotta dell’1,5% a chi s’insedierà in zona e una non meglio chiarita “zona franca doganale” che potrebbe riguardare il porto e il retroporto/interporto.
Dicevamo che la soddisfazione dei firmatari dell’accordo va di pari passo con qualche scetticismo. Sia di facciata, per chi ovviamente fa campagna elettorale contro i governi centrale e regionale, sia di sostanza, per chi aspetta di vedere sul concreto in che modi – e specie in che tempi – quanto promesso comincerà a mettersi in moto. Il primo passo sarà la costituzione al MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) di un comitato esecutivo presieduto dalla Regione Toscana che entro tre mesi dall’istituzione (ahi ahi: non dalla firma dall’accordo, altro tempo che correrà?) dovrà redigere un crono-programma degli interventi, con il controllo di una non meglio identificata “cabina di regia territoriale” aperta anche ai sindacati. Come si vede, di passaggi da chiarire ce ne sono ancora tanti. Ma come dice il saggio, è sempre meglio del nulla: o di un calcio nei denti, come andavano predicendo quello del “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. Davvero, noi speriamo che ce la caviamo.
Antonio Fulvi