“Rizio” di Otello Chelli sulla Livorno del ‘50
Un romanzo autobiografico con tanti personaggi della vita reale – Il ricordo di Vasco Iacoponi

Otello Chelli e Francesca Sorrentino.
LIVORNO – Una città dimenticata, ma viva, pulsante, quella dei lontani anni ’50: nei quali la passione politica, gli ideali, la lotta per far risorgere la città distrutta dai bombardamenti e ricreare le condizioni per ridare lavoro e speranza ai cittadini, fanno da sfondo ad una grande storia d’amore, dominata dalla passione politica, dalla lotta tra una fede religiosa incrollabile e un sentimento proibito. E’ questo, in sintesi, il contenuto dell’ultimo romanzo di Otello Chelli “Rizio”, pubblicato da MdS Editore che verrà presentato oggi sabato 23, alle ore 17,30, negli splendidi locali medicei della Cantina sede della Coppa Barontini, sugli Scali del Ponte di Marmo, nel cuore della Venezia.
[hidepost]L’ultima fatica letteraria dell’apprezzato componente di una cultura popolare legata alle più autentiche radici labroniche, è ancora incentrata sulla sua Livorno, sulla sua gente, sui luoghi della storia cosmopolita di quella che fu la “grande città delle nazioni” che fa da cornice ad un amore “maledetto” dalla Chiesa e dalla comune morale di quei tempi lontani. Rizio Morgiano, giovane consigliere comunale comunista, appena maggiorenne, che ha conosciuto il carcere inseguendo i suoi ideali e la ventiseienne Valeria, sua collega democristiana in consiglio comunale, appartenente ad una famiglia di ricchi imprenditori molto noti, cattolica, autentica credente, sposata con due figli, intrecciano i loro destini nel corso degli impegni politici ai quali dedicano gran parte della loro esistenza. Gli scioperi, quello storico del Cantiere Navale, il grande dibattito sulla ricostruzione della città, gli ideali, le battaglie politiche e non solo, la necessità di lavorare per mantenere la tribù dei fratelli, Rizio che abita nelle baraccopoli della Fortezza Nuova, appartiene ai più diseredati della città, gli “ultimi” come li definisce lui, ma è un autodidatta colto, carattere formato nel crogiolo della guerra, non assimilabile all’unanimistica nomenklatura dell’epoca. Vasco Iacoponi, gran console dei portuali, di ritorno da un viaggio in Cina, antico amico del nonno di Rizio, portuale morto nelle patrie galere per la sua appartenenza al partito comunista, riconosce al giovane il diritto di entrare quale socio nella “Compagnia” ed è una svolta positiva per la numerosa famiglia del giovane. Per le posizioni espresse nel partito e nel corso dei lavori in consiglio comunale, il giovane corre il rischio di essere cacciato dal Pci, ma Ilio Barontini, segretario del partito, una leggenda della Resistenza, l’apprezza, lo stima per il coraggio e per la sincerità assoluta dei suoi ideali e smorza ogni animosità nei suoi confronti. Su tutto, però, si distende il sentimento che s’insinua nell’anima di Rizio e che supera anche le barriere erette da Valeria per resistere alla crescente presenza di lui nel suo cuore.
Alla presentazione interverrà con l’autore Francesca Sorrentino, presidente delle Guide Turistiche di Livorno.
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