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Assagenti, i primi 70 anni

Da Duci l’appello a Merlo – E nel piano dei porti, luci ed ombre da chiarire

GENOVA – Tutti uniti, anche gli agenti marittimi, nel chiedere al presidente dell’Authority Luigi Merlo di ritirare le dimissioni. Nell’assemblea per il settantesimo anno della fondazione dell’Associazione degli agenti e dei broker marittimi genovesi, a Palazzo della Meridiana a Genova, l’invito rivolto al presidente dell’Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, a «rimanere almeno fino alla scadenza del mandato» è stato fortemente espresso dal presidente Gian Enzo Duci.
Una richiesta che è stata appoggiata anche dal presidente della Federazione nazionale degli agenti marittimi, Michele Pappalardo, che lo ha indicato come esempio a cui guardare per fare sistema a livello italiano. «Di sicuro questa è l’ultima assemblea Assagenti a cui partecipo – ha commentato Merlo – abbiamo una comunità portuale che si è ritrovata e non si deve perdere e un pezzo di pelle che ancora ci manca: una riforma portuale». Di riforma si è parlato anche rileggendo la storia dell’Associazione attraverso le pagine dei quotidiani e i racconti di Mariano Maresca, Enrico Scerni, Marcello Cignolini, Luigi Negri, Antonio Cosulich, Giulio Schenone, Filippo Gallo e Giovanni Cerruti, che hanno presieduto Assagenti dagli anni Settanta a oggi.
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«Nel 1985 Scerni – ha detto Duci – chiedeva un porto internazionale, vicino alle aree industriali e produttive del Paese; è quello che continuiamo a ripetere anche oggi quando si parla di piano della logistica. La bozza che abbiamo letto ci sembra sia un buon strumento di competizione tra porti, ma non un mezzo adeguato per permettere agli scali nazionali di conquistare quote di mercato, inoltre siamo perplessi sulla costituzionalità dei distretti logistici».
Il rapporto con il territorio resta un tema sentito, che ha caratterizzato tutte le presidenze, in particolare si è riavvolto il nastro agli anni Duemila con la fuga di Seatrade e di Costa Crociere da Genova: «Credo che oggi la città abbia ritrovato un suo appeal – ha commentato Duci rivolgendosi all’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Genova, Emanuele Piazza – giornate come quella dei Rolli Days e le aperture dei commercianti e dei pubblici esercizi sono le corde giuste da toccare per il turismo croceristico e non solo».
Tante le persone ricordate nella mattinata, da Domenico Papagno a Jack Clerici, all’ammiraglio Giuseppe Francese, a Paride Batini: «Abbiamo vissuto anni di grande trasformazione – ha affermato Luigi Negri del Gruppo Finsea – siamo passati da un porto gestito dal pubblico a un porto gestito dai privati. Con la Compagnia Unica sono stati anni di battaglie durissime, ma devo dare atto di una cosa: con Batini non ho mai avuto bisogno di firmare un pezzo di carta, la sua parola bastava».
Dai problemi in banchina si è poi passati ai problemi infrastrutturali, alle gestione delle manovre ferroviarie, agli scioperi dell’autotrasporto, al blocco del sistema informatico del terminal di Voltri, alla vicenda del Multipurpose, fino alle grandi evoluzioni della nostra epoca, che hanno mutato il lavoro degli agenti e dei broker genovesi, che operano da sempre in un mercato globale. Una panoramica offerta da Federico Rampini, giornalista e scrittore, che ha ripercorso settant’anni di economia mondiale, dalla Gran Bretagna dei Beatles, quando la povertà era a livelli drammatici, fino alla Cina di Xi Jinping, alla rinascita degli Stati Uniti come Paese produttore di petrolio e all’esempio tedesco di un’economia che è riuscita a tenere testa a una globalizzazione che gioca al ribasso. E che sul piano portuale sta ancora una volta precedendo le innovazioni sulle quali il Mediterraneo italiano stenta a trovare la propria strada.

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Pubblicato il
13 Giugno 2015

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