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Prime fusioni con le Camere di Commercio

ROMA – E’ una delle riforme Renzi che pare abbia messo l’acceleratore. Il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi ha firmato prima di Ferragosto il decreto che istituisce la nuova “Camera di commercio industria artigianato e agricoltura della Maremma e del Tirreno” mediante accorpamento tra le due realtà di Livorno e Grosseto.
[hidepost]Il decreto è stato successivamente trasmesso alle due Camere interessate, alla Regione Toscana e al dottor Pierluigi Giuntoli, attuale segretario generale della Cciaa di Livorno, che è stato nominato dal ministro quale commissario ad acta incaricato di avviare le procedure di costituzione del consiglio della nuova Camera di commercio.
Il commissario dovrà quindi adottare una specifica norma statutaria che sancisca la composizione del nuovo consiglio camerale, sulla base dei dati economici delle due province pubblicati dal ministero, e quindi avviare le procedure per la sua costituzione, che occuperanno alcuni mesi.
Fino alla nascita ufficiale del nuovo consiglio camerale restano operanti gli organi già costituiti delle due Cciaa.
Si tratta del primo accorpamento in Toscana, realizzato su autonoma iniziativa dei due enti. La Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno sarà anche la circoscrizione territoriale più grande della Toscana.
La recentissima legge di riforma della pubblica amministrazione – ricorda una nota – ha tra l’altro ridotto il numero complessivo degli enti camerali su territorio nazionale, prevedendone la metà di quelli attuali ed annunciando un decreto che ne ridefinirà compiti e funzioni. Ma il sistema camerale si era già fatto parte attiva di questa annunciata riforma: riferendosi ad un articolo della legge che disciplina le Cciaa (la 580 del 1993) alcune realtà camerali hanno liberamente proposto l’accorpamento con territori vicini, deliberando tale scelta con la maggioranza dei due terzi dei rispettivi consigli camerali. Il decreto istitutivo emanato dal Ministero per lo sviluppo economico, previa intesa con la Conferenza permanente Stato Regioni, sancisce gli accorpamenti.
Sono quattro le nuove realtà che il Mise ha riconosciuto con decreto del 6 agosto: si tratta delle Camere di Vercelli-Biella; Livorno-Grosseto; Gorizia-Trieste e Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia.
Sono invece state istituite nei mesi scorsi dal Mise la Cciaa di Venezia e Rovigo Delta lagunare, la Cciaa del Molise, che accorpa Campobasso e Isernia; quella di Palermo ed Enna; di Treviso con Belluno; la Cciaa “Riviere della Liguria” che accorpa Savona, Imperia e La Spezia, e quella di Trapani, Caltanissetta e Agrigento.
La Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno rappresenterà oltre 76.000 imprese, operanti su un territorio che si estende da Collesalvetti fino a Capalbio e comprende tutto l’arcipelago toscano, per una superficie totale di 5716 kmq, 48 Comuni e 565.569 abitanti. Punti di forza sono il sistema portuale (porti di Livorno, Piombino e Portoferraio, i due porti di interesse regionale di Campo nell’Elba e Porto Santo Stefano, oltre a poco meno del 90% delle strutture portuali indirizzate alla nautica da diporto della regione Toscana), l’economia del mare, una forte vocazione turistica, qualificate produzioni agricole e in particolare quella vitivinicola, la propensione al dialogo transfrontaliero.
Il nuovo ente avrà sede principale a Livorno e sede secondaria a Grosseto. Un unico consiglio camerale rappresenterà l’intero territorio, e l’organo di governo sarà un’unica giunta, con un presidente, un segretario generale, un collegio dei revisori dei conti. Sono garantiti i livelli occupazionali.
Il presidente della Cciaa di Livorno Sergio Costalli ha così commentato la notizia: “A scanso di equivoci, l’ho detto e lo ripeto, non si risolvono certamente i problemi del Paese con la riduzione del numero delle Cciaa anzi, al contrario, il Governo, nell’esercizio della delega che gli è stata attribuita dal Parlamento, dovrebbe tener conto della necessità di rafforzare maggiormente il ruolo delle Camere, ultimo ente rimasto sul territorio a tutela delle imprese e quindi del lavoro.
Di comune accordo con i colleghi maremmani, primi in Toscana, abbiamo deciso per l’accorpamento al fine di evitare di subire in merito imposizioni dall’alto e, nonostante la manifestazione di buona volontà, abbiamo dovuto lottare fino all’ultimo per arrivare alla positiva soluzione attuale.
Lo stesso impegno che abbiamo profuso per portare a conclusione l’iter lo metteremo per la realizzazione di questo nostro importante progetto. A primavera dell’anno prossimo avremo l’insediamento del Consiglio della nuova “Cciaa della Maremma e del Tirreno” che, con risorse ridotte, dovrà affrontare problemi di enorme rilievo: per potervi riuscire al meglio è necessaria, sin d’ora, la più ampia coesione tra tutte le associazioni imprenditoriali e professionali dei due territori.
Al di fuori delle contingenze e delle spinte localistiche, di qualsiasi tipo (purtroppo sempre possibili), dovremo tenere ben fermi e sempre presenti i reali interessi dell’economia del vasto territorio e delle imprese in esso presenti per cercare di rimettere in moto quello sviluppo che da troppi anni ormai è venuto a mancare”.

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Pubblicato il
22 Agosto 2015

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