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Effetto Gottardo da La Spezia cresce l’allarme

LA SPEZIA – L’abbiamo scritto nell’ultimo numero de La Gazzetta Marittima: e subito il problema viene ribadito dalla community portuale di La Spezia.
[hidepost]Qualcuno lo ha battezzato “effetto-aspirapolvere”, denunciando quello che – al di là delle cerimonie e degli slogan – potrebbe essere in tempi brevi la principale conseguenza dell’entrata in servizio della nuova galleria del Gottardo, quindi di quella del Ceneri e del nuovo tracciato di Alptransit che attraversa longitudinalmente la Svizzera, fornendo l’asse principale per il corridoio Genova-Rotterdam.
E proprio l’“effetto-aspirapolvere” che La Spezia Port Service, ovvero la community degli operatori portuali di La Spezia, paventa non tanto per il Gottardo (forse influente in modo meno marcato per La Spezia rispetto ad esempio al porto di Genova), ma per tutte le grandi opere transalpine destinate a unire mercati logisticamente avanzati con un mercato fragile e indifeso come è quello italiano.
“Queste gallerie transalpine rischiano di funzionare per il traffico delle merci solo in una direzione che è quella verso il nord, collegando i grandi porti del Northern Range a un’area di influenza sempre più estesa che già oggi comprende gran parte della pianura Padana piemontese e lombarda”.
“E’ necessario per una volta – afferma Alessandro Laghezza, che è presidente degli spedizionieri di La Spezia e anche consigliere di Confetra e Fedespedi – dire la verità: il Gottardo oggi, il Brennero domani (e i nove anni che lo separano dalla sua entrata in servizio nel 2025 volano) potrebbero determinare una marcata dipendenza del sistema produttivo del Nord Italia da sistemi logistici e portuali a mille km di distanza. Già oggi dalla Svizzera, che tanto si è impegnata nella realizzazione del più importante asse ferroviario europeo, non arriva un grammo di merce da e per i porti liguri. In compenso si è consolidato un flusso costante di treni che dagli interporti piemontesi e lombardi raggiungono il mare del Nord con merci italiane”.
“Con il terzo valico Genova-Milano in ritardo e con la linea Pontremolese di fatto sparita dall’orizzonte temporale delle grandi opere – prosegue Laghezza – ma specialmente con un sistema logistico che denuncia un forte gap organizzativo rispetto ad esempio alla Germania, dove la logistica è asset strategico da oltre trent’anni, il Gottardo è destinato a drenare in Italia quantitativi crescenti di merce e di container”.
Da qui la richiesta della Community spezzina, rivolta alle principali associazioni del settore, di rompere gli indugi e di compiere un esame approfondito sull’effetto tunnel alpini. Effetto straordinario dal punto di vista della tutela dell’ambiente, potenzialmente molto negativo non solo per il comparto della logistica italiana, ma anche per quelle aziende produttive che verrebbero private del loro diritto a disporre di logistica e di porti vicini alle aree di produzione (come il mercato mondiale dei container imporrebbe), diventando in modo ancora più accentuato dipendenti da sistemi logistici esteri”.
“E’ per questo che oggi gli operatori privati e le loro associazioni di rappresentanza devono affiancare con decisione il governo nello sforzo in atto per l’attuazione rapida di un serio piano della logistica e dei porti. Ciò significa – è la posizione della Community di La Spezia – compiere subito le scelte di priorità strategica delle opere sulle quali concentrare risorse e investimenti; favorire con misure concrete quella concentrazione e razionalizzazione dei flussi che nei maggiori paesi europei è stata attuata; prestare attenzione alle necessità e non attuare decisioni avulse da ciò che il mercato, specie quello dell’interscambio via mare, richiede”.

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Pubblicato il
11 Giugno 2016

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