Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

“Mediterraneo”, via al rigalleggiamento

LIVORNO – Cominciano finalmente le operazioni di recupero del bacino di carenaggio galleggiante “Mediterraneo”, affondato l’agosto scorso per il cedimento della navetta che vi era sopra. Un vertice in Capitaneria di porto, coordinato dal comandante capitano di vascello (Cp) Vincenzo Di Marco ha messo a punto il progetto di recupero con i tecnici del cantiere Benetti e quelli dell’Autorità portuale, dei vigili del fuoco e del Rina. Il piano tecnico è stato predisposto dalla Benetti e verificato dal Rina. Si procederà chiudendo le falle – provocate dallo sbandamento della navetta Urania – con la saldatura di piastre di ferro, e l’installazione di pompe idrovore per svuotare le casse d’aria. L’operazione richiederà alcuni giorni e sarà attentamente monitorata anche dal punto di vista della sicurezza del personale.
[hidepost]Una volta riportato in galleggiamento il Mediterraneo, si procederà a liberarlo dal relitto dell’Urania. Erano state esaminate varie ipotesi operative, compresa quella di utilizzare la maxi-gru del pontone Italia del gruppo Neri per togliere il relitto con una sola virata. Ma sembra che la linea approvata sia quella di tagliare a pezzi il relitto e rimuoverlo pezzo per pezzo, trasferendone i vari settori nei piazzali a terra. L’operazione dovrebbe impegnare i tecnici almeno fino alla fine di settembre, quando il bacino, liberato dal relitto, sarà a quel punto rimesso in condizione di operare. Per farlo dovranno essere sostituite totalmente le vecchie pompe di esaurimento, che dal prolungato allagamento hanno subito danni irreparabili, e dovranno essere rimessi a nuovo anche tutti i circuiti elettrici e idraulici. Il Mediterraneo del resto è indispensabile per il varo dei mega-yachts che la Benetti sta costruendo e il primo dei quali dovrebbe andare in acqua entro l’anno.
La rimessa in funzione del bacino galleggiante dovrà anche far ripartire la gara per la gestione del sistema dei bacini, gara che è stata congelata l’anno scorso proprio dall’incidente.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Luglio 2016

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio