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Porto 2000, tre in gara

Si è invece ritirata la quarta cordata con i livornesi di Cilp

LIVORNO – Alle 12 di martedì scorso sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte di acquisto per la maggioranza della Porto 2000. E sono scese in gara solo tre delle quattro cordate che a ottobre dell’anno scorso si erano fatte avanti per contendersi il 66% della società oggi controllata al 78% da APL e al 22% dalla Camera di Commercio.
[hidepost]Il primo raggruppamento è costituito dalla Creuers del Port de Barcelona, che partecipa alla gara con una quota pari all’80%. Il terminalista catalano ha presentato l’offerta in partnership con il Tour Operator Aloschi Bros e con la società Bassani Adriatico Srl (entrambi partecipano ciascuna con una quota del 10%).
Una seconda cordata vede affiancate alla società che gestisce il terminal passeggeri di Olbia, la Sinergest Olbia spa (quota di partecipazione: 60%), la compagnia di navigazione Moby (5%), il terminalista labronico LTM (10%) e la Marinvest srl (25%).
Infine, il terzo player di riferimento è il CFG Cruise & Ferry Group. La conglomerata partecipa da sola ma è supportata da due imprese ausiliarie: la Grimaldi Euromed Spa e Costa Crociere.
Ha dato forfait invece la cordata che vedeva abbinati la livornese Cilp con il Terminal Passeggeri di Venezia, che già da giorni aveva annunciato il suo ritiro dall’ATI.

* * *

Le segreterie provinciali di Fisascat Cisl e Uiltucs Uil venute a conoscenza delle ventilate dimissioni presentate dal presidente Porto 2000 e comunicate attraverso un’assemblea ai dipendenti, esprimono preoccupazione per gli sviluppi futuri che questo accadimento potrebbe comportare anche in vista della gara di privatizzazione che ormai è giunta alle fase finale.
Auspicano che il ruolo di presidente o amministratore venga conferito entro breve termine anche in ragione del fatto che ormai da mesi siamo in attesa di risposte certe sull’adozione del piano regolatore del porto; vero snodo cruciale per la sopravvivenza e implementazione della Porto 2000, che di conseguenza potrebbe comportare una spinta fondamentale alla stabilizzazione dei lavoratori precari; risposte che solo un dirigente al pieno servizio della società potrai essere in grado di fornire, risposte per altro fondamentali per la possibilità di sviluppo di cui la città tutta sente la necessità, ricordandoci che Livorno fa parte delle poche aree nazionali di crisi complessa.

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Pubblicato il
15 Ottobre 2016

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