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Il suo sogno? Una comunità portuale coesa

LIVORNO – La notizia è di qualche giorno fa, ma significativa non solo a livello internazionale. Cinque network mondiali del terminalismo si sono riuniti in una associazione, guidata dall’Autorità portuale di Rotterdam che si propone di affrontare in un’ottica di sistema i grandi gruppi armatoriali con le loro esigenze di gigantismo e di servizi.
[hidepost]Invece di aspettare di essere comprati o “ricattati” dai grandi players dell’armamento – è la sostanza della decisione – difendiamoci unendo le forze. E alla guida dell’Agreement – Global Port Agreement – ci sono dei managers, escludendo ogni interferenza dei politici. Come a dire: a ciascuno il proprio mestiere, altrimenti sono guai.
Proprio da Luca Becce, manager oggi finalmente “liberato” dal lungo bagnomaria per l’AdsP livornese, è arrivato un riferimento in chiave locale. “Credo che quello dei grandi terminals sia un esempio da trasferire, in piccolo, anche all’interno dei singoli porti, a cominciare dal nostro” – ha detto – nel senso che divisi non si va lontano. Occorre davvero lavorare insieme, anche strutturandoci in comunità di operatori, per contribuire alla crescita del “sistema porto” facendo prevalere l’interesse generale rispetto alla difesa dei singoli, limitati arroccamenti”.
Per Becce, questa linea è fondamentale per il futuro prossimo di Livorno, anche e specialmente in vista del grande progetto della piattaforma Europa. Che metterà in moto non solo grandi opportunità per i traffici containers – sottolinea – ma anche e specialmente una rivisitazione del porto, con nuovi spazi liberati per i traffici che oggi soffrono di più, i ro/ro e i ro/pax ma anche le crociere, i rinfusi, le navi cisterna. “E con un faro-guida, il piano regolatore del porto – ci tiene a specificare Becce – che deve però essere un riferimento dal quale non derogare continuamente come oggi, in cui si corre dietro a singole esigenze o a emergenze temporanee, che poi come spesso accade diventano definitive”.
Il richiamo al piano regolatore portuale, che Becce considera uno dei successi della gestione Gallanti dello scalo, è netto e senza eccezioni. “Il TDT è pronto a dare la massima collaborazione alla nuova governance in arrivo – sottolinea – proprio perché c’è una linea-guida tracciata, che deve essere attuata e valorizzata. La nostra proposta è di costituire una vera e propria “comunità livornese degli operatori” che così come è stato fatto nei giorni scorsi dal terminalismo mondiale sappia esprimersi collegialmente, affiancando il nuovo presidente e aiutandolo a governare il processo di crescita dello scalo”.
“Dal nuovo presidente – continua ancora – ci aspettiamo che porti idee, concrete e realizzabili, all’interno delle linee tracciate dalla pianificazione, che non può né deve essere stravolta su pressioni piccole o grandi. Una Comunità portuale davvero coesa – conclude Becce – deve poter guardare al domani, dall’immediato in poi, valorizzando quello che funziona bene e aiutando a difendere il sistema con l’impegno prima di tutto degli imprenditori”. Bel discorso, bell’impegno, belle intenzioni. Sperando che non valga il vecchio detto: cioè che di belle intenzioni è lastricata la strada per l’inferno.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
31 Dicembre 2016

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