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SOS Log e sostenibilità

Daniele Testi

MILANO – Logistica sostenibile, un concetto che per anni ha stentato a decollare, tanto che è stato necessario creare strumenti dedicati, come SOS Log.  Un obiettivo che sembra oggi avviato, finalmente, a entrare nel concetto “naturale” del mondo più avanzato della trasportistica. Ne parliamo con l’ingegner Daniele Testi, presidente nazionale dell’associazione.[hidepost]

Ingegner Testi, dopo due anni di presidenza SOS Log, quale bilancio può tracciare?

La strategia condivisa con il consiglio direttivo prevedeva due obiettivi principali: ampliare l’ecosistema relazionale e conseguentemente sviluppare nuove attività a valore aggiunto superando il modello di offerta associativa che vedeva nel convegno nazionale il principale e unico investimento. Sul primo fronte ci siamo dotati di strumenti web per comunicare e condividere ogni possibile notizia interessante sulla logistica sostenibile e abbiamo stretto alleanze e collaborazioni con università, enti di ricerca e altre associazioni in particolar modo con Assologistica, con cui siamo federati dal 2015. Abbiamo aumentato la partecipazione a convegni portando le esperienze registrate sul campo in merito a tematiche innovative come ad esempio LNG per il trasporto o esperienze di Economia Circolare. La collaborazione con l’Università Bicocca, attraverso il prof. Luca Vecchio ci ha permesso inoltre di collaborare su ricerche specifiche, un tema quest’ultimo ulteriormente rafforzato con il centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM) di Intesa San Paolo, rappresentato nel nostro consiglio Scientifico da Alessandro Panaro.

Quali ritiene siano i risultati più importanti e tangibili raggiunti dalla vostra strategia operativa?  

In questi ultimi due anni la sensibilità sulle tematiche che abbiamo iniziato a trattare nel 2005 è migliorata ma, cosa più importante, è stato definitivamente sdoganato il concetto di sostenibilità come leva per innovare e migliorare la propria competitività. Abbiamo evidenza di questa evoluzione sia nelle grandi realtà ma soprattutto in molti operatori di piccole e medie dimensioni che sono, tra l’altro, la struttura portante del mondo della logistica in Italia. Registriamo un crescente approccio collaborativo tra committenza e operatori logistici mentre, a nostro parere, sono pochi e limitati i casi di collaborazione trasversali tra competitor. Sono aspetti che dimostrano quanto sia necessario un cambiamento culturale ed una formazione innovativa che non si limiti cioè all’apprendimento delle soluzioni tecniche disponibili sul mercato ma vada ad investire sul capitale umano e sulla capacità di fare innovazione in azienda ripensando il modello di business e le relazioni con i propri stakeholder.

Su quali iniziative sta lavorando SOS Log per favorire una sempre maggiore consapevolezza delle aziende sul valore della sostenibilità e sui benefici che apporta?

E’ proprio sul fronte della relazione con gli stakeholder che abbiamo investito molte risorse ed energie. Nel 2017, saremo infatti pronti a rilasciare il primo protocollo sulla Sostenibilità Logistica, elaborato grazie alla collaborazione con Lloyd Register Quality Assurance. Si tratta di un lavoro complesso che dopo anni di gestazione, ha finalmente trovato forma e concretezza grazie a questa collaborazione strategica e grazie al contributo di molti operatori che si sono resi disponibili a testare in anteprima i principi del modello del protocollo. Ci tengo a precisare che non si tratta di una certificazione ma di un attestato volontario che, tramite un ente terzo validante, il Lloyd Register, offrirà alle aziende uno strumento per verificare il proprio percorso in ambito sostenibilità.  I benefici per le aziende saranno molteplici.

Potranno infatti dotarsi di una strutturazione ponderata del proprio modello di sostenibilità. Abbiamo elaborato un percorso personalizzato che permette all’azienda di calare il tema della sostenibilità nella propria organizzazione e di avere una guida predefinita e riconosciuta.

Il protocollo è ovviamente un percorso volontario: l’azienda da una parte non è obbligata a norme cogenti e dall’altra può vantare l’impegno nel perseguire un percorso di sostenibilità quale elemento differenziante rispetto al settore in cui opera ed altri competitor.

L’adesione al protocollo sulla Sostenibilità Logistica, oltre ad offrire all’azienda una valida guida per raggiungere maggiore efficienza nel rispetto dell’ambiente, può esserle utile anche per altri aspetti? Ad esempio sotto il profilo commerciale?

Con questo nuovo strumento verrà evitata la autoreferenzialità dei risultati, sempre più sbandierata nella promozione del proprio brand e sarà garantito un riconoscimento oltre i confini nazionali.

Inoltre, il protocollo garantisce l’adattamento ai nuovi standard ISO perché l’implementazione del modello di sostenibilità logistica integra già i principi e la nuova struttura metodologica delle ISO. Questo regala enormi vantaggi, sia dal punto di vista dello sviluppo del modello e delle relative attività di implementazione, sia per le attività di audit. Le aziende in questo modo si preparano già alla transizione ai nuovi schemi.

Ed infine il protocollo rappresenta una chiara oggettivazione del proprio impegno di sostenibilità, come leva commerciale e promozionale, garantita attraverso un marchio che potrà essere esposto ufficialmente sui propri mezzi e su tutto il materiale promozionale.

Siamo in questi giorni alle battute finali e speriamo di poter iniziare a commercializzare il protocollo entro la fine di marzo, motivo per cui rimando tutti gli interessati a seguire il nostro sito web www.sos-logistica.org e i nostri canali social dove daremo ampia visibilità a questa importante iniziativa.

C.G.

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Pubblicato il
15 Febbraio 2017
Ultima modifica
25 Febbraio 2017 - ora: 11:26

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