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Il coraggio di prendersi tutti i rischi

LIVORNO – Si può avere simpatico o no l’ingegner Filippo Nogarin, sindaco “pentastellato” di Livorno, ma una cosa gli va riconosciuta: il coraggio delle proprie idee, e l’impegno a difenderle ad ogni costo. In più, Nogarin ha il merito – a parere mio e non necessariamente del giornale che dirigo: e me ne assumo la responsabilità – di volersi e sapersi raccordare sia agli imprenditori che alla gente.

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Certo, lavora con il materiale che ha: e in Comune qualcuno ha l’impressione che qualcun altro faccia il possibile per proporgli dei brutti sgambetti. Ma Nogarin è quello che a Livorno si dice “una ghigna”. L’essersi trovato al timone di una città come Livorno non certo per merito del suo movimento ma per la ribellione dei livornesi alle gestioni soporifere di certo Pd (non tutto, ma in gran parte) gli ha dato enorme responsabilità e anche enormi problemi. Io gli riconosco il merito di non tirarsi indietro e di metterci la faccia.

Così per il comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale. Si è proposto, il che aggiunge responsabilità a responsabilità. Non poteva farlo? E chi lo dice, visto che anche a Genova il sindaco Doria – per citare solo il caso più importante – ha fatto lo stesso, sia pure con la foglia di fico del “provvisorio”? Doveva indicare un grande e riconosciuto esperto di portualità e logistica? Premesso che tutti quelli che lo sono hanno già impegni e “targhe”, con un compenso (gettone) di 75 euro per ogni seduta del comitato – che in genere si riunisce ogni due mesi – non credo ci sarebbe stata la corsa.

Personalmente ho già scritti nei giorni scorsi che l’auto-designazione di Nogarin aggiunge responsabilità su responsabilità: ma può anche essere un’occasione importante per superare quel confronto – tutt’altro che latente – che ha caratterizzato negli ultimi due anni i rapporti tra Comune e Autorità portuale. Non discuto di colpe, ragioni, giustificazioni: come tutti, so bene che non c’è mai tutto il giusto da una parte e tutto l’errore dall’altra. Ma con il sindaco nel comitato di gestione, certe scelte potranno meglio coinvolgere la città, il Comune, la collettività; come forse sarebbe più complicato se non ci fosse il sindaco in prima persona ma solo un suo “esperto”.

Ultima considerazione: nessuno può essere così ingenuo da credere che Nogarin si sia designato prima di sentire il ministero competente e lo stesso presidente dell’AdSP Corsini sulla correttezza o meno della sua scelta. Conoscendo i miei polli, sono portato a credere che né l’uno né l’altro gli abbiano messo per scritto un OK: ma una certa apertura devono avergliela data altrimenti il sindaco non avrebbe rischiato di farsi “inchiodare” sulla scelta. Siamo, come altre volte ho ricordato, nella patria del diritto ma anche del rovescio. Quindi la partita è aperta: ma chi si espone in prima persona, non ha paura delle responsabilità e lotta per le proprie idee – che non portano prebende ma infiniti aumenti di rotture di coglioni – ha la mia simpatia.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
5 Aprile 2017

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