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La grande bellezza di Livorno tanti progetti per valorizzarla

(da sx) Cecconi, Massa, Karrer, Giani e Ribuffo.

LIVORNO – Desta grande interesse il tema del recupero e della valorizzazione di edifici ed aree urbane in una città come Livorno: molto amata da chi la abita ma trascurata per tanti anni da chi l’ha gestita, perché oggi una sorta di maggiore consapevolezza e coscienza sembra risvegliarsi. Dei suoi gioielli: il quartiere Venezia, con i suoi fossi e le cantine, gli scorci della Fortezza Vecchia e Nuova, l’Accademia Navale, il lungomare, il porto e tutte le potenzialità dell’archeologia industriale applicata all’incredibile Silos che si staglia dalle banchine della stazione marittima e ad altri edifici, si è parlato nell’ultimo incontro al Propeller per iniziativa della presidente Maria Gloria Giani.

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Dopo i saluti del sindaco Filippo Nogarin – significativa la sua crescente presenza sugli incontri nel porto – i lavori sono iniziati partendo dal concetto di waterfront, cioè di quella parte di terra-mare generalmente “multiuso”, e dalla segnalazione della mancanza di un Piano Costiero nazionale, purtroppo in “gestazione” da più di trenta anni. A parlarne è stato il professore architetto Francesco Karrer – Ordinario de La Sapienza – che ha sottolineato la necessità di pianificare l’interazione fra mare e terra nella fascia costiera con imprescindibile attenzione all’ambiente ed ha evidenziato anche le difficoltà che si incontrano nelle aree portuali dove spesso i due regimi diversi, concessorio e demaniale, ostacolano i lavori. Uno dei diversi progetti mostrati al dibattito è stato quello dell’Autorità portuale di Livorno, in accordo con il Comune, da parte dell’urbanista professor Marco Massa dell’Università di Firenze, riguardante in particolare i fossi medicei e le cantine, i cui volumi peraltro sono tuttora per grandissima parte ancora da scoprire. Progetto che per l’insieme delle relazioni che legano diversi piani, quello dell’acqua con il piano sotterraneo e quello superiore degli edifici, ha una sua unicità e quindi le carte in regola per poter concorrere – nonostante la difficile procedura che dovrà affrontare – al riconoscimento del suo valore da parte dell’UNESCO.

L’ammiraglio Pierpaolo Ribuffo comandante dell’Accademia Navale di Livorno ha illustrato un progetto che restituirebbe all’Accademia l’attuale auditorium, realizzato negli anni 40 e oggi gravato da problemi di inadeguatezza sotto molti profili, in una versione ampliata, moderna e con nuovi accessi, fruibile anche dalla città. L’ingegnere Andrea Cecconi, dello Studio livornese di Ingegnerie delle Strutture, ha invece parlato della necessità di recuperare e valorizzare il Silos della calata Sgarallino, prima struttura di grande evidenza ad accogliere le navi che entrano a Livorno, purtroppo da anni in condizioni degradate, che invece nasconde al suo interno bellezze architettoniche uniche, riconosciute anche da esperti del calibro di Renzo Piano.

L’architetto Fabio Boschi della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti di Pisa e Livorno ha concluso l’incontro affermando che Livorno attraversa una fase positiva, di grande freschezza di idee, disponibilità e metodo, che la aiuterà ad affrontare le problematiche in corso grazie anche al supporto di enti come l’Autorità portuale che ha già concretizzato iniziative ed altre ne ha in corso quali il progetto dell’Acquaticità della Fortezza e quello della Torre del Marzocco, sia dal lato restauro che da quello di opportunità di utilizzo. Stessa collaborazione vede nell’Amministrazione Comunale in relazione alle progettualità esposte quali – fra le altre – il ripristino di una piazza e la messa in sicurezza dei baluardi della Fortezza Nuova con l’ottimizzazione dei suoi spazi.

C.G.

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Pubblicato il
3 Giugno 2017

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