Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Riscrivere le regole contro la burocrazia

LA SPEZIA – “Molti anni fa, sulla spinta di imprenditori illuminati, La Spezia lanciò e affermò una formula tutta sua, una vera e propria via spezzina alla portualità moderna. E fu un successo fenomenale perché furono riscritte le regole del gioco talora anche correndo sulla lama del rasoio delle normative vigenti. Oggi dobbiamo trovare lo stesso coraggio, dichiarando guerra alla burocrazia che sta uccidendo il nostro porto”. A lanciare il guanto di sfida, a nome della Community portuale di La Spezia, è Andrea Fontana, presidente dell’Associazione Agenti Marittimi.

[hidepost]
“Se altrove i tempi della burocrazia – afferma Fontana – possono essere compatibili con i ritmi operativi e le aspettative di traffico, a La Spezia rischiano di diventare letali. È quindi necessario un nuovo patto per La Spezia, una vera e propria riscrittura delle regole del gioco”.
La proposta degli agenti marittimi prevede un impegno su due fronti: da un lato, gli operatori portuali, che si mettono in gioco a 360 gradi per assumersi responsabilità anche eccedenti il loro ruolo e si impegnano a seguire puntualmente tutte le fasi del progetto sollecitando e stimolando i vari passaggi anche con presenza fisica negli uffici dove le pratiche si incagliano; dall’altro, l’Autorità di Sistema Portuale che pone in cima all’agenda dei suoi impegni la previsione e la vigilanza sui tempi certi, non sforabili o negoziabili fra l’approvazione dei progetti e l’avvio dei lavori di nuove opere. Il modello Expo di Milano ha dimostrato in termini innovativi che i tempi della burocrazia possono e devono essere tagliati, anche attraverso una pressione congiunta (anche con gli operatori e l’aiuto dei media e dei social) sugli uffici competenti per sbloccare le pratiche incagliate addebitandone motivi e responsabilità.
Il caso delle barriere fonoassorbenti è – secondo la Community – emblematico. Al di là del fatto che proprio queste barriere inciderebbero in modo decisivo sull’impatto ambientale del terminal container denunciato in questi giorni dal Sindaco di La Spezia, è paradossale per un opera di questo tipo sopportare anni di attesa per passare dal progetto ai fatti e per realizzare lavori che ancora oggi non sono stati neppure avviati.
La proposta della Community è quella di fissare un termine massimo di sei mesi dall’approvazione all’apertura dei cantieri e, nel caso di uno sforamento, prevedere un meccanismo silenzio-assenso, frutto del riconoscimento di una procedura di emergenza nell’interesse collettivo del porto e della città. In un quadro di riferimento nazionale in cui anche le norme contenute nella riforma perdono efficacia (è recente il caso dell’Imu sui porti) deve diventare un preciso dovere di tutti (operatori ma anche istituzioni) tutelare e proteggere l’interesse pubblico.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Dicembre 2017

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio