Per la logistica livornese e Pd il “Mantra”: è lavorare insieme
LIVORNO – La campagna elettorale, in pieno svolgimento ormai a tutti i livelli, ha portato anche il Pd livornese a sviluppare una conferenza programmatica territoriale che per tre giornate piene, da venerdì a domenica scorsa, ha investito svariati settori: dall’ambiente alla sanità, dalla cultura alla logistica, dal lavoro all’economia circolare.
Su portualità e infrastrutture, si sono confrontati Gianni Anselmi (regione), Stefano Corsini (AdSP), Gina Giani (ad Toscana Aeroporti) Bino Fulceri (ad Interporto Vespucci) Gloria Dari (presidente Spedimar) Maria Gloria Giani (presidente Propeller), e Luciano Guerrieri (presidente Porto 2000). Ha moderato il collega Mauro Zucchelli: tra i presenti anche Francesco Gazzetti, Angelo Roma, Vanni Bonadio.
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Si può sintetizzare quanto emerso da un dibattito che fatalmente è andato avanti in parte almeno sui luoghi comuni del da farsi, con tutte le buone intenzioni del caso? Avrei colto, nell’insieme, un “Mantra”: quello ribadito per primi sia da Corsini che da Gina Giani, ovvero del territorio che va visto come un’unica entità (Gina Giani ha parlato di un’unica “città metropolitana tra Firenze, Pisa e Livorno: forse ha calcato la mano, ma sul piano della logistica non è andata lontana dal vero, almeno come esigenze da realizzare). Corsini ha il suo, di “Mantra”, da tempo ribadito con convinzione: bisogna lavorare tutti insieme istituzioni e imprenditori, perché già il campo del fare è minato da una legislazione complessa e da una burocrazia asfissiante, e se non si evitano le trappole dei ricorsi non si riesce ad andare avanti nei tempi chiesti dal mercato. Per il resto, il solito elenco delle cose da fare, e di quelle fatte a metà o da fare meglio. Da sottolineare che almeno sul dibattito relativo al porto e alla logistica, sono mancati quasi completamente gli imprenditori privati (salvo la Giani per il gruppo Aeroporti Toscani) che pure a Livorno ci sono e investono pesantemente: forse “colpa” della connotazione politica della conferenza, poiché questa volta sono tutti un pò restìi a farsi targare a priori; forse colpa della eccessiva diluizione della conferenza, o forse perché alla fine si sapeva che sarebbe stata una passerella del Dejà vue?
(A.F.)
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