Da Davos tante analisi del nuovo Trump-pensiero
DAVOS – Protezionismo o collaborazioni bilaterali che aumenteranno l’interscambio, comunque sempre all’insegna di “America First”? La dottrina illustrata dal presidente degli Usa Donald Trump al meeting mondiale in Svizzera è oggetto di un’analisi approfondita da parte di tutte le economie, perché da una certa angolazione è stata letta anche un’apertura tutt’altro che formale all’interscambio. Sono analisi che riguardano in prima persona anche tutti i temi della logistica, a cominciare da quella marittima. E i riflessi nei prossimi mesi non potranno non vedersi.
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Intanto però alcune parti del mondo marciano per conto proprio. Giappone e Australia, in particolare, hanno ribadito di voler firmare entro marzo un accordo di libero scambio con una dozzina di paesi dell’area del Pacifico, per dar seguito a quella TPP (Trans Pacific Partnership) che era stata mandata nall’aria l’anno scorso proprio dal ritiro degli Usa di Trump. Le nuove trattative, cominciate proprio nei giorni di Davos, erano state precedute da un incontro in Giappone tra il premier nipponico Shinzo Abe e il primo ministro dell’Australia Malcolm Turnbull. Il nuovo piano adesso si chiama Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership ma trova ancora qualche contrasto su punti specifici, come la produzione automobilistica (il Canada ha presentato alcune eccezioni) e come il riconoscimento dei diritti sindacali (Il Vietnam è sotto controllo).
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