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Cin-cin con Vinitaly

VERONA – Cinquantadue edizioni e sempre più giovane e frizzante: da domani, domenica 15 aprile si tiene per tre giorni fino a mercoledì 18, la più grande Vinitaly degli ultimi anni nei saloni dell’ente fiera di Verona. Ci sono tutti i grandi nomi, nazionali e di foravia. E c’è la conferma che il settore è in crescita, specie nell’export, malgrado la tante tensioni – come già abbiamo scritto – innescate dalla guerra dei dazi tra Usa e Cina.

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L’export italiano del settore cresce, malgrado sia ancora dietro a quello della Francia e sia incalzato da paesi come il Cile e l’Australia dove emigrati italiani di passate generazioni hanno messo a frutto la loro cultura e hanno “inventato” vini locali che crescono ogni anno. Ma il nostro vino viaggia bene, sia su nave che per via aerea. Da domani nei saloni di Verona Fiera espongono oltre 4200 produttori, in un susseguirsi di workshop, seminari e naturalmente assaggi di alto livello. Un servizio organizzato dalla fiera è significativo proprio anche per la lingua: per gli espositori, è previsto che i loro banners e i loro messaggi in italiano siano tradotti in cinese e veicolati sul web. Il mercato del futuro – recita lo slogan della Fiera – è verso est: e non per niente il vino italiano è leader in 16 mercati mondiali. I consumi di vini italiani in dieci anni sono cresciuti del 240% contro la media mondiale del +50%. E guardando ad est, si certifica che il più grande mercato potenziale del mondo, proprio la Cina oggi conta per il 10% nel nostro export, con un Forecast degli specialisti che prevede per i prossimi 5 anni un +38% del vino italiano: a fianco di aumenti del 27,5% in Russia, del 22,5% negli Usa, del 10% nel Giappone. Significativo che la crescita “tendenziale” del valore del vino all’export negli ultimi dieci anni sia stata del 59%, ovvero più di tutti i prodotti del made in Italy messi insieme. Risultati straordinari malgrado – come ha dichiarato giorni fa il presidente di Veronafiere Maurizio Danese – il persistente “nanismo” di buona parte dei nostri produttori.

L’orizzonte in sostanza rimane buono, anche se non mancano assalti al “nostro” mercato. È l’eccellenza della produzione italiana, insieme a una crescente specializzazione anche nella logistica del prodotto verso i mercati più interessanti, che fanno ancora la differenza. E Vinitaly sarà la celebrazione sia della qualità che della logistica “vinaria”.

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C’è anche un padiglione “green” per nicchie di mercato che stanno modificando la geografia dei consumi e dei vigneti, con interi territori vinicoli che si convertono alla produzione biologica e moltissimi produttori impegnati a valorizzare il proprio legame con il vigneto e il territorio. Vini biologici, biodinamici, artigianali:  ogni espressione dell’enologia trova il suo giusto spazio espositivo e commerciale. Due i saloni speciali nel padiglione 8, quello più ‘green’ della rassegna: VinitalyBio e Vivit – Vite Vignoioli Terroir. A completare un’offerta basata su precise filosofie produttive, la presenza della collettiva Fivi, la Federazione dei vignaioli indipendenti. Nonostante aspetti di contiguità che possono esserci nelle tecniche produttive, i produttori dei tre spazi espositivi (74 a VinitalyBio, 117 Vivit, 158 Fivi) hanno peculiarità che li contraddistinguono anche agli occhi degli operatori e dei buyer. La scelta dipende dal consumatore di riferimento: chi vuole il prodotto certificato biologico di VinitalyBio, chi segue il percorso dei vignaioli artigianali di Vivit, chi cerca produttori che dal vigneto al consumatore mantengono e valorizzano il legame con il proprio vino come sono quelli di Fivi. Sempre più apprezzati, i vini del padiglione ‘green’ rappresentano nicchie in espansione in Italia e all’estero. Dalla ricerca Vinitaly/IRI 2018 emerge che le vendite di vino bio sono cresciute nella distribuzione organizzata italiana nel 2017 del 45,3% in volume e del 40,5% quelle degli spumanti per un totale di oltre 4 milioni di litri e 25 milioni di euro, mentre la ricerca Vinitaly/Wine Monitor su ‘Il futuro dei mercati, i mercati del futuro’ che verrà presentata nella giornata inaugurale evidenzia come, in paesi maturi come la Germania, dove la domanda di vini italiani è prevista cedente nei prossimi cinque anni, il vino biologico sarà una key factor per il nostro export. Un focus sulla domanda mondiale di vini sostenibili sarà sviluppato sempre da Wine Monitor nel convegno ‘Vini Bio, questione di etichetta. Quali garanzie per un’informazione chiara e trasparente al consumatore’, organizzata da FederBio in collaborazione con Vinitaly lunedì 16 aprile. Ogni cantina sa esprimere al meglio la propria peculiarità e a Vinitaly trova il mercato più giusto per sé, quest’anno supportato anche da Vinitaly Directory, l’innovativo portale che ha sostituito il tradizionale catalogo online e che con un numero elevato di filtri e un’organizzazione omogenea dei contenuti delle aziende espositrici permette ai buyer di fare ricerche.

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Pubblicato il
14 Aprile 2018

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