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GIP: i due “fuochi” Sech e Tdt

(da sx) Massimiliano Cozzani e Marco Mignogna.

LIVORNO – Nel corso del 6° convegno internazionale Med Ports è stata presentata l’unificazione del Terminal Darsena Toscana di Livorno con il terminal Sech di Genova da parte del Gruppo GIP (Gruppo Investimenti Portuali), unione che fa seguito anche alle indicazioni provenienti dal grande armamento internazionale che ha eletto i due porti del Tirreno quali scali di massimo interesse per i traffici verso il Nord Europa.

È stato presentato anche il nuovo logo TDT che, includendo la dicitura “GIP Group”, simboleggia l’unione fra queste realtà. Il Gruppo GIP infatti è socio del TDT dal 2010 – ha informato il direttore marketing del Gruppo GIP Massimiliano Cozzani –  ma solo dallo scorso anno, con l’ingresso dei fondi di investimento Infracapital e Infravia, se ne occupa anche dal lato organizzativo presso la sua sede di Genova.

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Gli asset ed i programmi futuri del più grande terminal livornese – che tra l’altro è votato ad essere il punto di appoggio della futura Darsena Europa – sono stati presentati da Cozzani e dal direttore generale TDT Marco Mignogna. Il terminal ha il primato italiano nel Reefer Cargo, un settore peraltro in continua crescita che premia TDT per i suoi servizi veloci ottenuti anche dalla certificazione AEO, in grado di dimezzare le visite sanitarie ai prodotti (passate dall’80% al 40%) determinando nell’import notevoli risparmi di tempi e costi. Gli investimenti di TDT nelle certificazioni di qualità e nelle innovazioni tecnologiche contribuiscono a valorizzare quello che è l’obiettivo primario della presidenza – ha detto Cozzani – ossia l’attenzione alla sicurezza, all’etica e all’ambiente, oltre a permettere flessibilità e velocità nei servizi.

Partendo dai suoi 1430 metri di banchine che consentono l’ormeggio di 4 navi in contemporanea, una capacità operativa di 900.000 Teu, oggi sfruttata per il 65%, investimenti in infrastrutture e risorse umane (304 le persone che vi lavorano), otto gru con diverse caratteristiche di cui sei post-panamax anche in grado di sollevare al gancio fino a 90 tonnellate, aree dedicate al break bulk con personale proprio, un dual time di livello nord europeo (meno di mezz’ora per ingresso ed uscita nell’import e venti minuti nell’export), piazzale lavorato con RTG, anche nel reefer per velocizzare le consegne, utilizzo di reach stacker sia per pieni che per vuoti, due pese ad uso esclusivo per i propri clienti e scanner in dotazione dalla Dogana; il TDT si differenzia da tutti i terminal italiani in quanto unico ad avere realizzato un impianto ferroviario interno collegato direttamente alla rete ferroviaria nazionale. Questo consente a chi opera i treni sul TDT una programmazione precisa e la facilitazione nel creare nuove tratte.    

Altri asset da rilevare i collegamenti molto buoni con le strade che permettono ai trasportatori di effettuare più viaggi al giorno, la vicinanza con l’Interporto Vespucci, e l’avanzatissima informatizzazione di cui si avvale per i collegamenti con clienti, porto e dogana. 

Marco Mignogna ha poi parlato degli investimenti già conclusi in parallelo con il terminal Lorenzini, e naturalmente con l’AdSP, per l’allargamento ed approfondimento del canale del Marzocco che oggi ha una luce utile di circa 90 metri ed una profondità di 13 metri, il che ha permesso all’Autorità marittima di redigere la nota ordinanza con accesso per navi di lunghezza 325 metri e larghezza di 43  metri o altrimenti 300 mt di lunghezza e larghezza 48, con portata fino a 9000/10000 teu. “Stiamo lavorando per aumentare ancora queste dimensioni così da consentire ad alcuni servizi di interesse di scalare Livorno – ha aggiunto il direttore generale – ed intanto abbiamo impostato una maggiore illuminazione per facilitare uscite notturne delle navi più grandi.  L’allargamento della strettoia arriverà a 120 metri entro il 2020 e la sua profondità a -16 metri grazie al nuovo microtunnel per lo spostamento dei tubi ENI: in parallelo l’AdSP varerà la gara per il banchinamento, il dragaggio e la rimozione dei vecchi tubi che sono a -13 mt.”. Lavori, quelli relativi al dragaggio e banchinamento, che nel rispetto dell’ambiente potrebbero essere svolti (è il commento del cluster portuale labronico) anche con i nuovi e riconosciuti sistemi ecologici già sperimentati da Decomar a Livorno che peraltro consentono il riuso virtuoso dei sedimenti per la costruzione delle banchine. Il completamento dei lavori è previsto ad inizio 2021.

“Grazie a questo primo allargamento del canale – ha informato Mignogna – potrebbero esserci a breve novità interessanti per nuovi servizi che riguardano il Medio Oriente. Puntiamo molto sulla crescita della modalità ferroviaria per migliorare la competitività verso il Nord Italia mentre dal lato investimenti prevediamo per il 2019 l’incremento delle RTG; stiamo anche valutando di operare in remoto con alcune RTG elettriche per migliorare l’operatività del terminal e, nel contempo, la sicurezza sulle banchine”.

In una visione strategica di sistema GIP il poter operare su due terminal – Livorno e Genova – consente alle due realtà di lavorare in sinergia e già oggi sono stati acquisiti risultati positivi. Infine sulla Darsena Europa: è un progetto che nonostante l’eccesso di offerta oggi esistente per i terminal ha comunque senso per il contesto geografico in cui è inserito ed il Gruppo intende partecipare alle gare che si presenteranno per dare continuità alla realtà italiana di GIP.

Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
21 Aprile 2018

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