Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Aspettando Zanardi

LIVORNO – Con il privilegio di vedere le cose dalla periferia, la tempesta (im)perfetta che sta squassando il nostro povero paese, alla ricerca di un governo che governi, ci consente anche di fare qualche riferimento culturale: forse poco comprensibile ai più giovani, ma congeniale a chi ha scavalcato (abbondantemente) vari stadi di “anta”.

In questi giorni a Siracusa, nello splendido teatro greco, va in scena “Conversazione su Tiresia”, una piece interpretata dallo scrittore siciliano Andrea Camilleri nelle vesti dell’indovino reso cieco da Zeus: che fu però compensato – sempre secondo la mitologia – dalla capacità di vivere – e comprendere – sette generazioni. Che c’entra con la crisi di governo? C’entra perchè oggi sarebbe quanto mai necessario un Tiresia capace di dirci dove sta andando questa nostra Patria: e scusate se uso un termine desueto, invece di dire pudicamente, come si usa, Paese.

[hidepost]

Salto di palo in frasca: l’immagine che apre queste poche righe è il ritratto fantastico di un personaggio fantastico, Massimo Zanardi del celebre (ai miei tempi) disegnatore satirico del mensile “Linus” Andrea Pazienza. È stato celebrato in questi giorni con una mostra a Roma (“Pazienza: trent’anni senza”). Zanardi, qui a cavallo nell’irruenza di una (sottintesa) sniffata di coca, è stato per i giovani del 1980 una specie di Zorro anti-sistema: beffardo, crudele con i benpensanti, feroce con i politici e ferocissimo con gli stupidi, preconizzava un futuro da Apocalisse. Ci siamo arrivati, in quel futuro?

Mi fermo qui: il nostro quotidiano, per fortuna, ha ancora valvole di sicurezza in gran parte personali. Mi appello a quelle, per giustificare queste farneticazioni che in un giornale di economia marittima e trasporti possono sembrare (e forse sono) fuori tema. Personalmente ho il privilegio di un’età che mi consente di non dovermi preoccupare del futuro. Per tutti voi, vi auguro un Tiresia in arrivo: o alla peggio, uno Zanardi inferocito, sul suo cavallo sputafuoco e la sua sciabola sguainata.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
2 Giugno 2018
Ultima modifica
8 Giugno 2018 - ora: 16:12

Potrebbe interessarti

Avanti adagio, quasi indietro

Potremmo dire, parafrasando Guido Gozzano, che tra gli infiniti problemi che riguardano il nostro mondo attuale, tra guerre e genocidi, ci sono anche le “piccole cose di pessimo gusto”. Tra queste c’è l’incredibile vicenda...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio