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Anatomia dell’economia del mare

PIOMBINO – L’appuntamento è importante per almeno un paio di ragioni. La prima: la scelta della sede dell’Autorità di sistema portuale del secondo scalo del “sistema”. La seconda: il tema, ovvero il rapporto sull’economia del mare 2018, come “contributo alla conoscenza della blue economy nelle province di Livorno e Grosseto.

Parliamo del workshop in programma per venerdì prossimo 15 giugno dalle 10, per la presentazione dei dati raccolti ed elaborati dal centro studi e ricerche della Camera di Commercio. Sarà anche il canto del cigno di un funzionario tra i più preparati ed appassionati, il dottor Mauro Schiano, che va in pensione ma che lascia un “vivaio” di giovani anche loro ben promettenti.

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Alcuni dei temi che sono stati trattati martedì scorso a Livorno nell’assemblea della Spedimar, e in particolare dalla relazione della presidente Gloria Dari, saranno approfonditi sulla base dei dati. Non sfugge che un rapporto sull’economia locale del mare – ironizzando sulle parole, abbiamo titolato Anatomia – non può ignorare i tanti problemi ancora in sospeso: come la “catena” di eventi legata alla privatizzazione della Porto 2000, che a sua volta si riflette sull’aumento di capitale dell’AdSP nell’interporto Vespucci di Guasticce, ma anche sulla composizione del comitato di gestione della stessa AdSP, che risulta monco per il vuoto lasciato dal rappresentante della Regione e il mezzo vuoto per la non presenza del sindaco di Livorno. Anzi, anzi troppi, i temi aperti: di blue economy non si può parlare senza citare lo stato dei bacini di carenaggio, il processo (faticoso) di avvio della gara per la Darsena Europa, la (non) soluzione, almeno al momento, dello sbocco in Darsena Toscana del canale dei Navicelli, i ritardi delle autorizzazioni per i fondamentali insediamenti a Piombino del cantiere di demolizioni & costruzioni (Neri e Cantiere San Giorgio) e per il terminale della GE. Insomma, senza niente voler togliere a quanto è stato fatto, le cose in sospeso rimangono tante, anzi troppe. Chi spera ed è capace di pensare che siamo – come diceva Pangloss nell’immortale “Candide” di Voltaire – nel migliore dei mondi possibili e con il migliore dei governi concessi (nazionale e locale) vede un bicchiere mezzo pieno, con tanti importanti progetti avviati, che sono certo meglio del vuoto. Ma i progetti, appunto, sono progetti: e bisogna che si trasformino in fatti, altrimenti sono solo parole. Di cui siamo strapieni e anche stra-stufi.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
9 Giugno 2018

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