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I primi 10 anni di AEO

Il tavolo della presidenza.

MILANO – Quaranta imprese di spedizioni certificate AEO ogni anno per un totale di circa 400 imprese associate che rappresentano il 30% degli AEO italiani: questo è per Fedespedi il bilancio più che positivo dei primi 10 anni dello status di Authorized Economic Operator introdotto dal nuovo Codice Doganale dell’Unione. Questo successo si basa tutto su un fattore, l’affidabilità: l’AEO, infatti, funziona come uno standard di competenza e di qualifica professionale che permette alle imprese di spedizioni di qualificarsi positivamente rispetto agli altri operatori, in quanto ritenuti partner affidabili e sicuri nella catena di approvvigionamento delle imprese che importano ed esportano merci.

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Non è un caso, quindi, che l’81% delle dichiarazioni doganali relative all’import e il 72% di quelle relative all’export in Europa siano realizzate da AEO (dati Commissione Europea, DG Taxation and Customs Union): un dato che non si discosta da quello interno italiano, come è emerso dall’intervento del vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Cinzia Bricca, tenuto durante il convegno “Il diritto doganale tra competitività e politiche nazionalistiche: quali prospettive per il commercio internazionale?”, tenutosi l’11 ottobre, a Milano, organizzato da Fedespedi.

Durante il convegno, oltre alla dottoressa Bricca e al presidente di Fedespedi, Roberto Alberti, sono intervenuti Steve Parker, presidente del CLECAT, Lorenzo Clemente, direttore per la Lombardia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e Giovanni De Mari, presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali. Ha moderato l’incontro Domenico De Crescenzo, presidente della Sezione doganale di Fedespedi.

Tra i molteplici temi posti sul tavolo della discussione, tre sono stati i principali punti di attenzione: come affrontare la Brexit e le conseguenze sull’operatività quotidiana delle imprese di spedizioni;  qual è il futuro dell’AEO in Italia e in Europa, proprio tenendo presente il nuovo scenario introdotto nei commerci continentali dall’uscita del Regno Unito dal Mercato Unico europeo;  quali sono le prime valutazioni sull’implementazione in Italia (Paese pilota nell’Unione) del Customs Decisions System (CDS), il nuovo sistema elettronico pan-europeo lanciato dalla Commissione UE per ridurre burocrazia e spese a carico delle imprese che devono ottenere l’autorizzazione a importare merci.

Domenico De Crescenzo, presidente della Sezione doganale Fedespedi, ringraziando i relatori e tutti i partecipanti, ha lanciato la 3a edizione del corso per Responsabili delle questioni doganali per il 2019, sottolineando che: “Il corso per ‘Responsabili delle questioni doganali’ che Fedespedi ha ideato e organizzato per i propri associati ha avuto un ottimo successo: le prime due edizioni hanno visto la partecipazione di 58 aziende e 73 corsisti; 41 le aziende già AEO, 17 quelle che hanno fatto richiesta dopo la partecipazione al nostro corso; numerose le aziende che ci hanno chiesto corsi di aggiornamento in materia. Questo dimostra come la scelta di puntare su una formazione di alto livello, che crei all’interno delle imprese quelle competenze necessarie per rimanere competitivi sul mercato, sia una scommessa vinta da Fedespedi perché vicina alle reali esigenze delle imprese. Gran parte del valore del corso, inoltre, sta nelle docenze di altissimo profilo: per questo auspichiamo che si rinnovi la partnership con l’Agenzia delle Dogane per la nuova edizione del corso”.

Il presidente di Fedespedi, Roberto Alberti, a cui sono state affidate le conclusioni finali, riguardo al tema della Brexit, fonte di crescente apprensione per la categoria degli spedizionieri, ha aggiunto: “Sarà importantissimo nei prossimi mesi continuare la preziosa collaborazione attivata con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, perché si arrivi a costruire insieme una sorta di ‘manuale d’istruzione’ che fornisca tutte le informazioni necessarie agli operatori per affrontare il nuovo scenario introdotto dalla Brexit: creare e tenere  aperto un canale di comunicazione tra Agenzia e operatori sarà fondamentale perché eventuali disagi e mancanza di informazioni non gravino sulle imprese. Più in generale, anche rispetto alla imminente uscita della Gran Bretagna dal Mercato Unico, iniziative della UE come l’AEO mi sembra possano essere un punto importante da cui partire, a livello europeo, per dare finalmente sostanza a quell’idea di Unione Europea che ad oggi è solo un’impalcatura fragile, le cui fondamenta sono ancora tutte da costruire”.

Il convegno ha visto la partecipazione di oltre 100 rappresentanti di imprese di spedizioni ed esperti di questioni doganali (a Milano e in collegamento dalle sedi territoriali).

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Pubblicato il
17 Ottobre 2018
Ultima modifica
22 Ottobre 2018 - ora: 18:22

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