Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Ecco la classifica dei “Top container ports” per l’Europa e per la Cina (con Hong Kong)

SHANGHAI – Un documento, redatto dalla “Shanghai Maritime University” in collaborazione con Cemil (Center for Eurasian Maritime & Inland Logistics) ha affrontato nei giorni scorsi la classifica dei quindici più importanti scali containers d’Europa, in rapporto con i dieci più importanti in Cina, sulla base dei dati del 2018, confrontati sia rispetto all’anno precedente, sia degli ultimi dieci anni.

Ne riportiamo qui sotto la tabella per i porti europei e con i giri dell’articolo quella dei porti cinesi. Provando a fare alcune considerazioni.

[hidepost]

La prima, più generale, riguarda l’abissale differenza quantitativa tra i 42 milioni di teu/anno di Shanghai e i 14,5 milioni di Rotterdam, primo porto europeo. Gli altri porti, specialmente nel range europeo, seguono a scalare velocemente, tanto che il primo porto Mediterraneo, Valencia (Spagna) è collocato a poco più di 5 milioni di teu, battendo di poco il Pireo (Grecia) che è diventato però il “cavallo di Troia” della Cina nel sud Europa. Tanto che a fronte di incrementi (quando ci sono: ma ci sono anche decrementi) intorno al 5% dei principali scali europei, il Pireo registra nel 2018 una crescita del 20,9% e nel decennio una travolgente ascesa del 257,5%. Sul piano dei risultati negativi, è in testa il nostro Gioia Tauro (-6% nel 2018 rispetto all’anno prima: ma -33,2% nel decennio) seguito da Amburgo, Bremerhaver e Genova, tutti e tre con piccole decrescite anche se solo Amburgo nel decennio mantiene un preoccupante segno negativo. Il totale dei 15 porti europei registra un +4,8% in un anno e un +26% nel decennio.

*

Altra musica per i porti cinesi, come si vede nella seconda tabella. Le cifre dei totali sono molto più alte e per pareggiare il primo porto europeo bisogna scendere al sesto posto nella graduatoria cinese. Significativo che nessuno dei porti cinesi registri un calo né nel 2018 e tantomeno nel decennio. Mentre invece (vedere in fondo alla tabella) c’è una caduta siginificativa dei traffici Teu nel porto di Hong Kong (-5,4% nel 2018, -17,8% nel decennio). Singolare (ma a pensarci bene nemmeno tanto, visto che poi si tratta spesso di due terminali delle stesse rotte) la vicinanza degli incrementi tra il primo porto cinese, Shanghai (+4,4%) e il primo porto europeo, Rotterdam (+5,7%). Tra i porti cinesi Top quello che cresce di più, sia nel 2018 che nel decennio, è Ningbo, passato al secondo posto della graduatoria con un +7,6% nell’anno 2018 e un 184% nel decennio. Anche se si preannuncia per l’anno in corso una pausa della crescita generalizzata per tutti i porti cinesi. Salvo sorprese.

[/hidepost]

Pubblicato il
9 Marzo 2019
Ultima modifica
15 Marzo 2019 - ora: 16:53

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora